venerdì 29 luglio 2011

Frullascoiattoli

È quasi il primo compleanno de "IL" pugno.



Qualche giorno fa una persona bella come il sole scriveva che le coincidenze non esistono, separandole chiaramente dalla questione destino. Nonostante stia vivendo molte cose con questa persona (tante e belle), questa non riesco proprio a condividerla. Preciso che non c'è stata nessuna discussione, solo l'ennesima coincidenza sulle coincidenze.
Parliamone: come la chiamate la situazione in cui alla radio passano un gruppo che alla radio non è mai passato, e quel gruppo lo conosci per un motivo ben preciso, perché lei te l'ha fatto conoscere?. E come se non bastasse, la canzone che passa si chiama "Londra", quella Londra che tanto vorresti fosse la tua prossima casa.
E come possiamo definire il caso in cui ti senti (e sei, alla fine) seguito nei posti dove vai? Concerti, ad esempio. Non volontariamente eh, sia chiaro. Ma così è, e quindi ci pensi su.
E poi ci sono gesti, parole, luoghi in cui sei stato ed in cui ti sembra di tornare, almeno con la testa.
Non mi sento ancora pulito, ma ci sto provando, e mi sembra anche di riuscirci abbastanza bene.
Ma.. sapete una cosa? Questo post l'avevo iniziato qualche giorno fa, per questioni di ricordarsi cosa volevo scrivere e di connessione non disponibile.
Ed ora tutto 'sto ricordo di che cazzo volevo scrivere non ce l'ho più. Mi sarò dimenticato, mi sarò voluto dimenticare. Fatto sta che questo è un altro punto a mio favore nella partita contro me stesso, da sempre la più difficile e combattuta.
Ora sono su un treno, come ai vecchi tempi sono appena sceso a fumarmi una sigaretta a Foggia: ecco, una semplice sigaretta mi ha fatto ricordare altro, ha spostato scatoloni nel cervello che stavano prendendo polvere e mi ha ricordato di interminabili viaggi verso Milano, di (appunto) sigarette fumate fuori e dentro il treno, di arrivi ed abbracci, di sonni insonni e aliti pesanti, crolli improvvisi e sveglie altrettanto brusche.
[spero che la mia Po voglia perdonare il suo nostalgico Nì, ma credo ci si stia abituando ai suoi tuffi nel passato. Oramai ho imparato a guardare bene se ci sono rocce, prima di buttarmi nel mare delle reminiscenze]
Non è più come prima, dove il guardare indietro mi portava a cercare contatti imbarazzanti, con conseguente catena di eventi disastrosi da una parte ed effimere soddisfazioni dall'altra.
Comunque, in tutto questo marasma mi capita ancora di pensare a qualche anno fa: so che a guardare indietro non si risolve nulla, ma ripeto, orami lo faccio con la consapevolezza di chi sa che tanto è andato, passato, vissuto.
[iTunes mi ha messo "Life and Death" di Giacchino, e sto piangendo. Un pochino. Chi conosce Lost, sa]
Nemmeno mi ricordo perché ci siamo lasciati. Ma ricordo quel giorno lunghissimo, partito da piazza del Popolo, passato per un bar lì vicino dove abbiamo bevuto un thè caldo (era quasi Natale), finito alla solita stazione.
I silenzi troppo lunghi e le frasi troppo brevi, quasi un imbarazzo di chi non sa che dire dopo più di due anni passati bene, davvero bene.
Mi spiace, anche se è acqua passata. Te l'ho già detto, ma te lo ripeto.
Ormai è andata, siamo cresciuti, ci siamo anche risentiti e spero davvero di vederti presto.

Ora mi sto lasciando dietro il mio Salento, che proprio mio non è ma me lo sento addosso. Mi lascio dietro gli ulivi, il sole, quelle pelli scure, quegli occhi tanto duri quanto accoglienti, la musica, l'orgoglio di una terra che sembra resistere agli attacchi di un mondo avido di spazi e moneta. Il mare, il cibo, il silenzio, i fuochi d'artificio -chissà com'è passare sopra dei fuochi con l'aereo, dev'esser bello forte-, i "Ciao Signora!", il caffè con ghiaccio e latte di mandorla.
Un Salento che in passato mi ha accolto da solo, in compagnia, che mi ha visto fare l'amore dopo un gradevole e privatissimo spettacolo, mi ha visto passeggiare e fotografare, baciare ed urlare, amare ed odiare.
Un Salento in cui torno sempre volentieri, da cui mi faccio dolcemente cullare e coccolare.

Credo di essere una brava persona. Spero, almeno. In vita mia ho fatto soffrire come mai avrei creduto, ma non l'ho mai fatto volontariamente, mai con cattiveria. Ho sbagliato tanto, ho preso decisioni affrettate, mi son fatto buttar giù dall'orgoglio, dalla presunzione, anche dall'idiozia. Lo so io ciò che ho fatto, e se qualcuno si sta chiedendo il perché di questa parte di post, non lo so nemmeno io. Molti hanno sempre pensato (pochi, nello specifico) che avere un blog sia uno sbandierare i propri cazzi al vento digitale. Io non la vedo così: chi ha un blog spesso lo fa per lavoro (beati loro), chi per buttar giù due righe di pensiero, chi per copincollare cose altrui.
Io lo faccio perché mi piace, basterebbe andarsi a leggere il mio primissimo post.
Non scrivo delle seghe/cagate/cazzate che faccio, per quello c'è FB.
Non è nemmeno quello che una volte si chiamava "diario", ne confessionale.
Per me, personalmente, è un post dove scrivo quello che non dico, quello di cui non parlo, quello che mi passa per il cervello (e 'sto saltare di palo in frasca credo ne sia un chiaro esempio).
[il ragazzo davanti a me credo stia tentando di battere il record di testa che cade mentre ci si addormenta, detenuto dal novantacinquenne pisano Lello Marcellini. È a buon punto, con circa 14 cedimenti di collo al minuto]
["ti sei accorta di me, quasi per caso.."]
Insomma, se ho fatto del male a qualcuno, mi spiace. In quel momento era inevitabile.

ps sulle fs: mai iniziare a vedere uno spettacolo di Geroge Carlin tra la gente. Rischiate che vi prendano per pazzo, io mi stavo strozzando da solo, dal niente.

Ma poi che palle tutte 'ste storie.
[in tutto ciò siamo arrivati al giorno tre per scrivere sto mucchio di stronzate]
Oggi è stata una giornata da "uau", con la u di uau.
E quindi ciao al resto, ciao al me vecchio -che comunque una visitina ogni tanto la farà-, ciao a un po' di cose.
Anzi.. altre cose ancora.

Come sarebbe bello avere Walter Bishop come, non so, anziano a cui deve fare da assistente un bambino per un mese come pena per aver sparato ad un gatto? Vorrei essere quel bambino.
Per il gatto, e per nonno Walter.
Cazzo, Fringe.
L'unica serie dopo Lost che mi fa dire " O: " alla fine di quasi ogni puntata.

E che mi prende, anche se meno di Lost, al punto che me ne frego se l'ho visto sul terrazzo di casa dai miei, col vento ed il silenzio ed i rumori improvvisi e Zeus che fa il bolo per venti minuti.

Preso.
Perso.

A presto.

domenica 24 luglio 2011

La Salma È La Virtù Dei Morti



Giuro che posto, non so cosa ma qualcosa posto.

Ce ne sono di cose che mi ronzano in testa, e che so per certo devono essere scritte perché sennò lì rimangono.
Quindi poi scrivo, che a me 'ste coincidenze musicali/geografiche danno fastidio e devo sputarle qui dentro sennò poi la saliva è troppa e me strozzo.
Che poi devo pure scrivere quel pezzo (scusa Frà so che mi odi) che ci penso ma non concretizzo.
E quindi giuro che qualcosa che scrivo perché in testa c'ho più di qualcosa e la devo spurgare, che sennò me sento male.
Però sto in vacanza, quindi faccio il cazzo che mi pare.

Ciao.

martedì 12 luglio 2011

Porco (Ombelico Del) Mondo


Partiamo da un presupposto: a me i miei quindici anni non me li ridarà nessuno. Come di molte altre cose, mi ricordo poco dei miei quindici anni. Ma quel concerto me lo ricordo abbastanza bene: il primo in compagnia di una persona di cui (maddai!?) ero praticamente innamorato ma (maddai!?) non corrisposto, con mamma che ci accompagna e con noi che ci dimentichiamo i biglietti in macchina, e "Mamma dove sei torna indietro!!", e le anfore con i profumi e la band che scende dall'alto cantando "Raggio di sole", e il duetto con Michael Franti, io e Margherita persi nella folla, lei che vuole andare sotto palco e mi trascina per mano, e il silenzio improvviso interrotto solo dal cuore a mille, e poi di nuovo la voce di Lorenzo e tutti che ballano, e ballo pure io, e balla pure lei, e che figata, e sono felice..

Venerdì è stato bello. Lorenzo è bello. La mia amichetta è bella (ciao Frà!!). Non sento un album intero di Lorenzo che non conosco da "Buon Sangue" compreso, solo singoli e qualche chicca a buffo. Non conoscevo la svolta elettronica che ha preso, e che mi ha fatto ballare oltre a farmi perdere l'udito all'orecchio destro. Non avevo apprezzato alcune canzoni già sentite che invece ti aprono il cuore. Non conoscevo una canzone che porca zozza se è bella. Non conoscevo Maria Gadù, bravissima e sensuale cantautrice brasiliana (questa è sua, e la conoscete). Nonostante le vecchie glorie non le abbia fatte tutte, quelle poche me le ha fatte apprezzare ancora di più, mischiate in un medley o riarrangiate alla grande. Ho adorato gli effetti grafici live, ragnatele che lo inglobavano, sdoppiamenti durante i quali combatteva contro se stesso, giacche psichedeliche e poligoni bianchi. E mi sono sentito a mi agio in quell'intimità, quello spazio che ci ha riservato il buon Jova, quasi come fosse una serata tra vecchi amici, come i fan di lunga data che portano i bambini che nemmeno sanno le parole, mentre i papà e le mamme cantano a squarciagola.
Insomma, bello.



Ed ora una serie di cose a cazzo:

- siamo un paese in cui dopo cinque mesi ancora non finalizzano il tuo cambio di residenza. Dopo aver fatto cazzate (il comune o chi per lui) con il primo tentativo. Questo porta a non poter concludere altre cose, perché siamo un paese dove regna la burocrazia, e devi avere amici anche all'AMA per farti portare via la spazzatura. "Altrimenti segua la linea giallo sabbia di Mogadiscio, quando incrocia la linea color rosso sangue di gatto di Minneapolis la prenda, e ritiri il modulo grigio cenere di sigaro Thailandese. Lo riempia, lo ingoi e ci porti la lastra del suo stomaco.";
- fa caldo, ma mi basta vedere un servizio del TG1 sul caldo per smettere di lamentarmi del caldo;
- è morto un altro militare in Afghanistan. C'è un errore nella matrice;
- Berlusconi è silenzioso da troppo tempo. Quasi mi manca, perché devo cercare altre cose per cui lamentarmi: i NoTav, le porcate nella manovra finanziaria e Napolitano che continua a firmare tutto, gli ennesimi insulti al tricolore, la burocrazia, Brunetta e la sua faccia di merda, "Tamarreide", bambini disabili picchiati, poliziotti violenti, gli articoli di giornale sul nuovo arrivato in casa Beckham, il mio Mac che riconosce "Beckham" ma non "figata", un'azienda che mi ha sbattuto la porta in faccia dopo quattro anni di passività mentale ed anale, un cervello che meno pensa meglio è. Cioè, è una ricerca estenuante per trovare qualcosa che mi faccia incazzare!!

Mah, facciamocelo bastare per oggi.

Fate i bravi anche per me e, per favore, restiamo umani.

giovedì 7 luglio 2011

Cercherò DI Essere Breve Ma Non Credo Che Ce La Farò



Io lì dentro ci sono cresciuto. Quando sono entrato per la prima volta in TP, avevo ventun'anni e da lì a quindici giorni mi sarei separato da una ragazza splendida (cosa che ancora un po' rimpiango ma questa è un'altra storia).
Entrai da interinale, e dopo tre mesi non mi rinnovarono il contratto. Feci giusto in tempo a farmi un tatuaggio, proprio in ricordo di quella ragazza, a godermi qualche serata che mi richiamarono per diventare supervisore di una campagna nuova e bella, che per tre anni mi ha circondato di belle persone, lavoro interessante ed una marea di sfide. In questi tre anni mi sono quasi innamorato, ho pianto, ho corso, sono arrivato tardi, ho mangiato in postazione, ho urlato, ho riso (tantissimo), ho lavorato come uno stronzo, ho visto gente ringraziarmi e rimproverarmi, sono stato criticato e premiato, ho creato, ho distrutto, ho perso amici e trovato belle persone.
Fuori di lì la mia vita continuava sempre uguale, e di contro dentro TP le cose cambiavano di continuo, vuoi per la natura elastica della campagna, sia perché la dirigenza non è mai stata capace di apportare un reale cambiamento in meglio. Mai.
Ho conosciuto gente di mezzo mondo, magari anche solo per telefono, ho imparato ad usare nuovi sitemi, a parlare meglio l'inglese, ma soprattutto ho capito come parlare con le persone, il mio scopo più grande e difficile: interagire, ascoltare, discutere, rimproverare e gratificare. Ho imparato a portare quello che capivo dentro al di fuori, sia a livello tecnico ("a Jà me sìè sbracato l'iP**** me dai 'na mano te che ce lavori?") che umano ("sto telefono me fa sbroccà!!"). Mi sono fidanzato di nuovo ed è stato difficilissimo conciliare il lavoro con lei, soprattutto per.. vabbè pure  questa è un'altra storia, lasciamo stare..
Insomma come tante persone TP per me era diventato il fulcro della mia vita: il mio ruolo, il "supervisore", è sempre stato carico di responsabilità e doveri, impegni improrogabili e riunioni improvvisate, file incomprensibile e registrazioni "illegali".
Poi la routine ha cominciato a farsi pesante, schiacciante, e fu così che arrivò la proposta: cambiare, affidarmi una campagna nuova, considerando che "avrai il fiato di tutta TP sul collo", citando parole davvero pronunciate. E li fu il declino. Un po' come la barzelletta di quello che deve scegliere la pena eterna dell'inferno, e dopo aver visto sale di tortura, sevizie, dolore, vede una piscina di merda con tutte persone con la testa di fuori. Al che dice "questa va bene!", entra, ed il diavolo grida "ok ricreazione finita, tutti sotto!!".
Ecco, questo fu il cambiamento: per tre anni con la merda fino al collo, con la testa fuori che possono essere le soddisfazioni che comunque arrivavano. Poi tutti sotto, via, a farci quasi l'abitudine con la merda.
Disorganizzazione, interventi motivazionali che nemmeno la Ferilli in "Tutta la vita davanti", mancante ingerenze, carichi di lavoro ed orari assurdi, richieste mai evase e mail mai risposte. L'unica soddisfazione, per quanto enorme e piena, sono stati quei ragazzi che ogni singolo giorno, con l'impegno e la volontà, hanno portato avanti una campagna difficile, piena di ostacoli inutili, andando avanti a testa alta, senza mai arrendersi.
Io mi sono arreso, o forse no.
Vedendo come la mia uscita di scena ha colpito molto più la "bassa manovalanza" (e sapete in che accezione lo dico) rispetto a chi poteva fermarmi, mi fa capire che quel posto è semplicemente uguale a tutti gli altri. In questi anni di cazzate ne ho sentite molte, dal "non vogliamo bruciare altre persone come abbiamo già fatto" a "dammi un mese di tempo e risolviamo tutto". Quel mese di tempo doveva partire il 17 Marzo. Al 5 Luglio, data delle mie dimissione e casualmente terzo meseversario dalla nascita della campagna, ho avuto 2 incontri 2. E nulla si è risolto, anzi.
Mi è stato detto che ho deluso, che sono stato una sconfitta "al 50%" perché il resto era mio, di peso da portare. Per me lo è stata al 150%, cari miei. In un posto che lavora con le parole, pochissimi lì dentro le sanno usare davvero. La gente va motivata, ci si deve parlare con le persone. Non pensate che quando gli operatori chiedono gratificazioni parlino solo di soldi e ferie. A volte basta un gesto, una pacca sulla spalla, un sorriso. Gente come me, lì dentro, ha lavorato con la febbre, con i lutti sulle spalle, con i bambini a casa, con un matrimonio nascente o morente, con gli operai a casa. Mentre tutto un altro piccolo mondo per un'unghia spezzata sta in malattia per giorni. Ma indovinate chi sarà più oberato al suo rientro? Ma se fai un discorso del genere a chi di dovere, ti si risponderà che "a voi possiamo fare questi discorsi perché siete intelligenti (vedi coglioni), gli altri tanto non capirebbero". E allora a casa. Tutti quelli che rovinano quel posto, a partire dai sindacalisti che hanno sempre tanto da fare, persino durante i giorni di assemblee, fino all'ultimo dei paraculi che TP la vede solo scritta sul certificato medico.
Lì dentro c'è il problema di essere "troppo italiani", si diventa tanto belli ed internazionali solo quando c'è da avere "un piano d'azione qualitativo che standardizzi ogni sede con l'altra, in modo da avere tutti lo stesso procedimento per intervenire sulle risorse". Tradotto: domani c'è l'audit qualità, facciamo vedere che per un paio di giorni facciamo tutto poi chi s'è visto s'è visto. Per favore.
So che il mio andar via non porterà nessuno cambiamento lassù. Spero solo di rovinare un paio di notti a chi dico io, perché per la prima volta so che chi ha perso siete voi. Mi avete fatto scappare via, quando sarebbe bastato fermarmi e parlarmi. Due minuti. Ma TU sei troppo orgogliosa, come me, quindi ti capisco. Per orgoglio in vita mia ho fatto scappare tante persone (vedi le prime tre righe).
Io so di aver fatto quel che è giusto per me, per la prima volta da quando lavoravo lì dentro. Non ha mai (MAI) preteso nulla a TP, ho sempre abbassato la testa andando avanti come un mulo, ligio al dovere. Certo sono stato aiutato, ma vedere che dopo tre anni e mezzo sei lasciato andar via come il tedesco in "Salvate il soldato Ryan" fa male. Il fatto è che lui torna, io no.

Questo ultimo pezzetto lo lascio a voi, le vere risorse di quel posto: siete belli come il sole, avete tanto da dare e da avere, e come me date senza volere. Siete forti, e lo sto ripetendo da giorni. Siete il fulcro di quel posto, fategli capire che senza di voi non si va da nessuna parte. Non cadete nel tranello di chi vi dice "tanto se andate via ne trovano altri due". A livello di numero è vero, ma ognuno di voi è un numero a se, e nessuno potrà mai sostituirvi davvero, fino in fondo.
Grazie a tutte le belle parole espresse nei miei confronti, in tanti modi.
Grazie a chi mi ha detto "eri la mia forza", chi mi ha scritto su FB, chi non mi ha detto proprio nulla ma gli è bastato uno sguardo. Chi c'è stato per continuare ad esserci e chi è solo passato a vedere come andava.
Anche se nessuno mi vorrà indietro, lì dentro, ed ormai è palese, cerco di farvi capire perché ho lavorato fino all'ultimo, fino a cedere. Quelle che seguono sono semplici ticchettii sulla tastiera di una persona davvero bella, con cui ho parlato poco ma che è stato uno dei tanti volti amici di questi ultimi mesi, che ieri mi ha fatto piangere (finalmente) scrivendo quanto segue:

"A volte circostanze o situazioni che si creano ci portano a prendere delle decisioni, apparentemente avventate ma ponderate, anche se in un lasso di tempo. In un contesto democratico si evidenzia così la libertà di scelta, la libertà di essere; in un contesto di arroganza, di controllo e supremazia mette alle corde, costringendoti a prendere una decisione.A volte il coraggio passa inosservato.
Spesso le parole sostituiscono i fatti, credendo che basti il tanto parlare per cambiare situazioni dove solo i fatti possono rendere possibile, dando così valore al propio pensiero alla propria espressione.
Grazie Jacopo. Per quanto mi riguarda la stima è per pochi e non per tutti e tu hai tutta la mia stima.
"

Grazie a voi per tutti quanto, spero di averlo fatto capire almeno in parte quanto bello possa essere stato lavorare con voi, le vere e sole risorse di TP.

Vi voglio sinceramente bene.

sabato 2 luglio 2011

Che A Volte Pensare A Se Stessi Fa Bene. Ma C'è Gente Che Esagera.



A voi, che fate la fila davanti al centro commerciale in attesa che apra perché "oggi iniziano i saldi".
A voi, che non vi spiegate come mai il vostro ragazzo in vacanza non risponda al cellulare dal dopo cena in poi.
A voi, che pensate di poter avere tutto e se non lo ottenete è perché nessuno comprende il vostro talento.
A voi, poiliticanti da quattro soldi che mangiate carne di orso, volete tutto al Nord, umiliate il "popolo sovrano", fate gli impicci e non siete capci a nasconderli. C'è gente che quarant'anni fa ha ammazzato un presidente degli Stati Uniti d'Amerdica e ancora non si sa come. Almeno pubblicamente.
A voi, che pretendete risposte senza fare domande.
A voi, che ancora pensate di aver ragione perché fa troppo sfigato andarsi a prendere qualche colpa: io ci campo da una vita, a sbagliare e a prendermi le colpe, e in effetti la sensazione è sempre di culo irritato.
A voi, giantesche teste di cazzo che pensate che non parlare sia meglio che ammettere: dalle vostre labbra ancora unte di merda leccata dai culi sbagliati pendono centinaia di persone, e ancora non vi siete degnati di appendere un foglio uno in quelle teche piene di cazzate. Fateci sapere qualcosa, sia per chi rimane in questa valle marcia, sia per chi se ne vorrebbe scappare al più presto.
A voi, che credete ancora che le perosne si comportino come volete voi: sbagliato.
A voi, che aspettate solo un'altra persona che stia con voi per condividere le vostre follie, le vostre ansie, le vostre paure. Che aspetterete un suo errore per farglielo pagare per sempre, ciechi di fronte al suo affetto ma oculati di fronte al difetto, distratti nei momenti di bellezza umana e concentrati, come nemmeno all'esame più importante della vostra vita, nel momento dell'inciampo.
A voi, che credete in un dio che non c'è.
A voi, che pensate che prima o poi tutto si risolverà stando fermi, ad aspettare che "tanto ora è il momento".
A voi, arrampicatori sociali di questo cazzo, avidi ed invidiosi della tranquillità altrui perché la vostra vita "è tanto complicata".
A voi, che pensate a domani senza provare a capire l'oggi.
A voi, che "quello è frocio", e giù botte.
A voi, che "guai a chi me tocca la Roma" e intanto paghi le tasse per le prossime quindici generazioni, ti tolgono ogni diritto riempendoti di doveri, ma tanto la settimana prossima giochiamo in casa.
A voi, che domani fanno "Tamarreide" (porco dio Tamarreide.. più ci penso più mi faccio schifo di far parte della razza umana).
A voi, che starete pensando a quanto m'accollo.

Ma andate a cagare.

venerdì 1 luglio 2011

Tralascio e non raddoppio

Tralascio il fatto che sono quasi le due della fottuta notte e della nostra situazione aziendale non si sa ancora un cazzo di niente.
Tralascio la questione delle tempistiche con cui saprò che cazzo devo fare della mia vita, ora che mi sono dimesso con l'indennità e blablabla.
Non mi punto sul fatto che c'è gente che non saluta ma spero comunque sia perché di solito le succede, ma secondo me c'è altro dietro.
Corro sul fatto che sto paese fa schifo, mi viene il vomito a sentir parlare di gente praticamente morta perché tu SEI UN LURIDA FASCISTOIDE che dovrebbe spicciare casa a Derek Vinyard solo per la faccia da coglione di merda che si ritrova. Sono stufo di un governo che non cade ne barcolla, ma anzi ancora imperterrito sfonda a testa bassa regole e leggi, insulta e discrimina le minoranze, corrompe poveri stronzi e ancora voi che gli andate dietro, poveri esseri senzaddio. Sono angosciato da un'aria di (s)oppressione sociale, zero sbocchi per la bella gente mentre quella brutta ancora gira abbronzata, tatuata e con il semper fidelis auricolare bluetooth all'orecchio.
Passo sopra al fatto di dovermi ancora giustificare mentalmente per cose di cui non ho colpa.
Nemmeno sto a spiegare con quanta difficoltà riesca a non pensare a quanto i retaggi di un passato recente inquinino e distorcano quello che sarebbe un bel presente. Vecchie immagini e parole si sovrappongano a quello che vedo/sento in tempo reale, distraendomi e facendomi spaventare, allontanare, chiudere. Gesti già visti e vissuti che prendono il posto di cose che dovrebbero essere nuove e fresche.
Tralascio quanto il pensiero di cosa succederà domani mi uccide e logora, visto che l'oggi si è chiuso di merda.

Purtroppo stasera se n'è andata una persona a cui volevo bene. Una collega bravissima nel suo lavoro, che anche nelle critiche più dure mi ha saputo far crescere tanto, e si è dimostrata molto spesso anche un'amica.
Mi dispiace aver dimenticato così tante volte di firmare il foglio ore. Ma so che mi volevi un po' bene lo stesso.
Un abbraccio Dani.