martedì 8 novembre 2011

Cambiamenti

I cambiamenti fanno bene: repentini, ragionati, piccoli, enormi.
I cambiamenti portano novità, buone o cattive che siano.
I cambiamenti portano cose diverse, facce nuove, aria nuova, pensieri nuovi.

Puoi cambiare stile di vita, macchina, donna, uomo, casa, città, quartiere, vestiti, cibo, amici, pub, sigarette, spacciatore, confessore e peccato.

Comunque vada, nulla sarà come prima: l'erba, il mangiare vegano, il volto del tuo nuovo vicino, la barista del pub.
Qualcosa cambia sempre.

Come questo blog.

È con grande piacere che sposto tutto e vaffanculo.
Al nuovo indirizzo troverete tutto il vecchio, tanto per non dimenticare.

Ma poi basta, che di nuovo ne è pieno il mondo.

Spero di ritrovarvi tutti, se non di più.

Ci vediamo qui:

https://manstillinprogress.wordpress.com/

..e ricominciamo.

sabato 5 novembre 2011

Dignità

Non sapevo che metterci.



Questo racconto nasce dall'incontro che è avvenuto stamattina [ieri per chi scrive, ndJ] tra me ed un signore che, con la scusa di dirmi che ero veloce a farmi le sigarette, ha iniziato a chiacchierare.
Ho giusto aggiunto poche parole per rendere il tutto più scorrevole, ma sono tutte parole sue.

È vestito di tutto punto. Solo i pantaloni della tuta e qualche dente di meno tradiscono un comportamento, una fluidità di parola ed un'educazione fuori dall'ordinario.
Viene dalla Romania, sessantatré anni, una vita passata a lavorare, tutti il giorno, dalla mattina alla sera. Ha lavorato in Siria, Iran, Iraq, Egitto.
Parla cinque lingue.
Guadagnava duemila euro al mese.
Un giorno decide di smettere di fumare, bere e mangiare toppa carne. Si mette a fare yoga, perde qualche chilo e, parole sue, "sentivo una forza dentro mai provata in vita mia".
Se la passa bene, insomma. Fa progetti per i figli, mette qualche soldo da parte per dargli un futuro lontano da casa, ché in Romania si sta male, paghe basse e costi dei beni primari esorbitanti. Lì se scendi in piazza c'è il carcere.
Per questo è scappato da casa ed ha cominciato a girare e a lavorare.
Due anni fa lo chiamano dalla Romania: qualcuno gli è entrato a casa, ha rubato tutto il possibile e poi ha appiccato un incendio.
Una vita di sacrifici letteralmente in fumo. Quella casa l'aveva costruita con le sue mani, e l'aveva riempita di ricordi dei posti dove aveva lavorato.
Tutto sparito.
Cade in depressione, ora fuma trenta sigarette al giorno, e dall'alito non beve più solo acqua.
Un anno fa, inoltre, il governo gli ha sequestrato tutti i pochi soldi rimasti in patria. Solo perché, per il governo, era troppo ricco.
Diecimila euro.
Gli ho chiesto se sarebbe voluto tornare in Romania, e lui mi ha risposto che no, non vuole. Ci tornerà solo di passaggio, ormai lì non ha più nulla, nessuna proprietà e nessun affetto.
Ma mi ha anche detto che in Italia non vuole rimanerci, perché sta vedendo cose che gli ricordano troppo il suo paese, le sue censure, le sue limitazioni alla libertà di espressione.
"I cattivi di solito si sono sempre ammazzati tra loro. Adesso però stanno ammazzandoci a noi, lentamente. Ormai bisogna aspettare solo l'intervento di dio. Ma sono sessant'anni che lo aspetto e ancora non si è fatto vedere."

Con metà della sua dignità, avremmo fatto due rivoluzioni.

Don't Ever Forget It

Quanto ne avremmo bisogno..
Good evening, Rome.
Allow me first to apologize for this interruption. I do, like many of you, appreciate the comforts of every day routine — the security of the familiar, the tranquility of repetition. I enjoy them as much as any bloke. But in the spirit of commemoration, whereby those important events of the past, usually associated with someone's death or the end of some awful bloody struggle, are celebrated with a nice holiday, I thought we could mark this November the 5th, a day that is sadly no longer remembered, by taking some time out of our daily lives to sit down and have a little chat. There are of course those who do not want us to speak. I suspect even now, orders are being shouted into telephones, and men with guns will soon be on their way. Why? Because while the truncheon may be used in lieu of conversation, words will always retain their power. Words offer the means to meaning, and for those who will listen, the enunciation of truth. And the truth is, there is something terribly wrong with this country, isn't there? Cruelty and injustice, intolerance and oppression. And where once you had the freedom to object, to think and speak as you saw fit, you now have censors and systems of surveillance coercing your conformity and soliciting your submission. How did this happen? Who's to blame? Well certainly there are those more responsible than others, and they will be held accountable, but again truth be told, if you're looking for the guilty, you need only look into a mirror.
I know why you did it. I know you were afraid. Who wouldn't be? War, terror, disease. There were a myriad of problems which conspired to corrupt your reason and rob you of your common sense. Fear got the best of you, and in your panic you turned to the now high chancellor, Silcio Berlusconi. He promised you order, he promised you peace, and all he demanded in return was your silent, obedient consent. Last night I sought to end that silence. Last night I destroyed the Old Bailey, to remind this country of what it has forgotten. More than 400 years ago a great citizen wished to embed the fifth of November forever in our memory. His hope was to remind the world that fairness, justice, and freedom are more than words, they are perspectives. So if you've seen nothing, if the crimes of this government remain unknown to you then I would suggest that you allow the fifth of November to pass unmarked. But if you see what I see, if you feel as I feel, and if you would seek as I seek, then I ask you to stand beside me one year from tonight, outside the gates of Parliament, and together we shall give them a fifth of November that shall never, ever be forgot.

venerdì 4 novembre 2011

"Perfino L'Orologio D'Oro Che Mi Lasciò Mio Padre"


Se non fosse che:
- si è divorato miliardi di euro, ha messo in ginocchio giudici, giornalisti e zoccole;
- con i suoi vizi e porcate varie ha rovinate persone, ha le mani in pasta su tutto, dalle tv ai ai giornali, dal gioco d'azzardo all'editoria, dalla servizi segreti ai tribunali;
- ha insultato premier e presidenti di altri paesi, abbassando il livello di credibilità e visibilità del nostro paese a livello internazionale;
- è nero su bianco il fatto che sia stato (e sia tutt'ora) in rapporti con l'ambiente mafioso, da chi è ancora fuori a fare il capetto a chi è già dentro ed è "pentito";
- è omofobo;
- si professa cattolico, ma ha alle spalle un paio di divorzi e si scopa le minorenni, oltre al fatto di ingiuriare il prossimo e cose della serie i dieci comandamenti;
- durante i suoi comizi politici o visite istituzionali racconta barzellette;
- durante i suoi comizi politici o visite istituzionali racconta barzellette sconce;
- durante i suoi comizi politici o visite istituzionali racconta barzellette con bestemmia inclusa;
- è razzista;
- è del Milan.

Ecco, se non fosse per tutto e moltissimo altro ancora, quasi mi farebbe tenerezza.
Sai, fosse uno che non ha fatto nulla e gli altri son bulli, mi dispiacerebbe.
Dici "cazzo, quello si spacca il culo, lavora come un matto per farci uscire da 'sta crisi maledetta, ha uno stuolo di ministri che spaccano, e 'sti stronzi qui, tedeschi, francesi e così via, lo trattano come uno stronzo".
Invece no.
Ce la meritiamo, una scena così.

Per fortuna che mi sono venuti in mente i primi due minuti del video che segue associati al povero nano isolato.
Come cerca il consenso, le finte risate mentre gli altri parlano.
Si vede (e si sa) che non capisce una beneamata mazza.
S'inserisce come un bambino che al parco vede gli amici che formano le squadre e lui non lo fanno avvicinare.
Fa gli occhi dolci.
Ma si sa che i cicciottelli nani, a pallone, non son mai stati forti.


A proposito di nani cicciottelli (ma forti).. auguri Antò. Nun fa scherzi.

giovedì 3 novembre 2011

I Daft Punk Mi Aiutano A Pulire Casa

Esatto, i Daft Punk mi aiutano a pulire casa.

Casa, più precisamente la cucina.
Sistemare, ora, subito.
Perché?

Curiosoni.

Perché in quella cucina c'è stato il cuore della cena/festa di non-Halloween, ed il giorno dopo sono rimasti piatti e pentole nel lavandino, ed un pavimento da "lasciastare", visto che non usciva una goccia d'acqua da nessuno degli orifizi in alluminio detti fottuti lavandini, perché:
"si stiamo facendo dei lavori, in realtà il tubo non pensavamo fosse il vostro, avevo parlato con papà."

Avevo
parlato
con
papà.

Che non vuol dire un cazzo.
O almeno, può voler dire tutto o niente, può voler dire "lo avevamo detto a tuo padre e lui non ti ha avvertito", oppure "ho parlato con tuo papà e ci aveva detto di fare attenzione".
Non lo so, ma avrebbe almeno un senso.
E quindi, dopo un giorno in cui nei piatti si era formato un piccolo focolaio di vita micro-umana e per terra le macchie, se viste da una certa prospettiva, formavano una mappa per ritrovare la dignità di questo paese, oggi ho sistemato, tutto.
Si perché suona strano, lo so, ma ho trovato il gusto nel pulire casa, misto ad un ribrezzo (non eccessivo, ma presente) per il disordine al di fuori della mia stanza.
Gli spazi comuni ok, ma la mia stanza è la mia Cernobyl, è il mio laboratorio di Mengele, la mia scatola piena di vetrini con la goccia di sangue sopra.

No in realtà è solo un gran casino, con una sedia sempre carica di giacche e felpe, polvere a terra, uno schermo che proietta sempre e solo serie tv.. e sigaretta libera.
Un pub a Ponte Galeria, se ci fosse un pub a Ponte Galeria.

Insomma, ho pulito, lavato, strofinato, spazzato, sistemato.
Con i Daft Punk a bomba di sottofondo.
Ballavo, mentre pulivo. Alzavo il braccio a ritmo appena partiva la cassa.
Uno spettacolo indecente, ma con i Daft non mi son tenuto.
I Daft Punk mi aiutano a pulire casa.

Poi, mentre finivo di "rassettare", finiva anche l'album, e a caso ne esce una.. un po' così.
E ho pensato.
E come dicevo oggi ad una mia amica, sta lì in un angolo. Quando sarà il momento di tirarlo via, lo farò.
Sarà faticoso e pesante, ma non starò fermo a fissarlo. Che la soffitta la conosco bene, fin troppo, e fa freddo lì.
Meglio aprire la porta e mettere il naso fuori, intanto.

Che 'sto mondo è costruito bene.

mercoledì 2 novembre 2011

Allegro Ma Non Troppo



"..oh you might blame it on me, but you persisted that we fold..
..wiped your hands of me. and said you needed more, more, more.."

martedì 1 novembre 2011

Smashin' Pumpkinz

"Push the trigger and pull the thread,
I've got to take it on the otherside."

Non so perché ma 'sto post inizia con un déjà-vu, di io che scrivo il titolo e mi sembra di averlo già scritto, che st'idea mi sia già rimbalzata per le pareti all'interno del cranio, alquanto spaziose.
E quindi ci sono io lì che inizio a scrivere il titolo e mentre scrivo Smash... già qualcosa mi balena in mente, io già l'ho vissuto, già lo so ma non so il resto, perché dura il momento del titolo e non fin qui. Qui è già iniziato il mio flusso di pensieri, ma il titolo no il titolo non l'ho deciso io, non ora.
Ho sentito un sacco di cose a proposito, tipo che quando succede un neurone muore. Se fosse questo il mio caso, andrebbe solo a fare compagnia a tanti altri.
Oppure c'è quella famosa di Matrix, che è un errore della matrice, e quindi arrivano quei tizi vestiti di nero capeggiati dall'Agente Smith e provano a fare il culo a Neo, e poi Smith combatte in una scena fichissima con Morpheus nel cesso, e alla fine lo spacca e infatti lo sequestra e gli dice che per lui i tizi come Morpheus sono un virus, e annusa il suo sudore e poi Trinity e Neo liberano Morpheus in un'altra scena fichissima dove c'è la battuta "Schiva questo" detto da Trinity a un agente brutto sparandogli da tre millimetri di distanza un proiettile con sopra il suo nome, "agente brutto". Ecco insomma, se sto continuando a scrivere vuol dire che non è avvenuta nessun tipo di lacerazione nella matrice, e non ci sono nemmeno persone vestite da becchini e cambiano aspetto. Per ora.
E poi c'è la teoria di Fringe, quella in cui un déjà-vu "non è altro" che un vivere un momento della propria vita in un mondo parallelo. Un mondo parallelo dove sei sempre tu, fai lo stesso lavoro, hai gli stessi colleghi ma qualcosa di grande è successo (o non è successo) in passato, modificando poi tante piccole cose in tutti quelli che lo abitano, questo mondo parallelo.
E insomma, due piccioni con una fava perché il titolo l'avevo pensato per scrivere due righe su ieri sera associandole a "Tonight, Tonight", ma a 'sto punto penso che il "Man in Progress" -che magari è "Man Progressed"- dall'altra parte volesse scrivere di ieri sera perché la cena l'ha data anche lui, quindi adesso lui sta scrivendo quello che avrei scritto io perché è successo davvero ma a me, di conseguenza io scriverò quello avrebbe scritto lui, e che a lui è davvero successo.
E quindi la serata è andata bene, a tutti e due i miei me, c'erano le persone giuste, ci si è divertiti tanto e si è stati tutti davvero bene.
Solo che a lui è squillato il cellulare, ha risposto e si è fatto la solita passeggiata da cellulare in giro per casa.
Poi la serata sarebbe andata in modo diverso, con scambi di messaggi e la promessa di vedersi presto.
E il sorrisone da ebete stampata in faccia fino a fine serata.
I saluti, i baci, i bicchieri, la batteria, tappi di sughero che non reggono, un altro messaggio, lettura, risposta, sorriso, i "fammi un filtro", le foto, gli abbracci, occhi spenti, occhi vispi, ancora batteria, mostri rari alla chitarra, Sor Fleo al basso, risate risate risate.

Un momento.. e se fosse successo davvero?

L'altro me mentre sostituisce alla batteria
il Charlie Watts alternativo
dei Rolling Stones alternativi.