venerdì 10 giugno 2011

Karma, E Sangue Freddo

"Sai che c'è? Che a volte vorrei tanto che il tempo si fermasse qui, ora, in questo momento."
Questa frase l'ha appena detta il mio cervello. Ogni riferimento a fatti e/o persone è puramente casuale.


[di seguito immagini trovate digitando "karma" su google]





Sembra ieri che all'aeroporto di Heatrow incrociavo Paolo "fascistadelcazzo" Di Canio, non sapendo che era lì perché cacciato dallo sponsor della squadra che avrebbe dovuto allenare. Indovinate perché?
Perché è un fascistadelcazzo!!
Ironia della sorte.
Insomma sembra ieri e invece era quasi un mese fa: dal Venerdì dove a quanto pare per l'ennesima volta ho parlato in qualche lingua morta mentre spiegavo le ragioni del perché ero leggermente spaventato dal partire per tornare e fare una cosa che non mi sentivo di fare ma ok, ci sto e alla fine cazzo bell'esperienza, passando per il Sabato della festa dell'anno, che con soli 10€ ci ha offerto: bei galloni di alcool, bagni chimici, gruppo live perfetto per un pogo non proprio lucido e (probabilmente) per incrinarsi una costola, bagno in piscina notturno volontario, bagno in piscina notturno non proprio volontario visto che insieme a me sono finiti cellulare-portafogli-macchinetta ma non ci è finita quella stronza di mezzo metro che si era aggrappata a me per -ironia della sorte- non cadere in piscina (missione compiuta, nana), sbronze nudità esposte di fronte all'amico che tenta di rivestirti (grazie Mangust) con asciugata pelvica con il phon inclusa, discorsi cancellati tre passi dopo, piccoli graffi sulle gambe che dio solo sa come sono comparsi per ritrovarsi a Domenica.
Si parte.
Wembley.
(chi deve sapere come sono stato durante quella settimana, lo sa già. è una cosa quasi personale quanto son stato bene. ma questo sarà un altro discorso.)
Si torna a Roma.
(vedi sopra. più o meno.)
Ed ora son qui, con la voglia di starci ma aspettando di partire.
Aspetto perché qui le cose si fanno serie, qui ormai è un inferno, qui fa rima con T*.
(l'asterisco è un'altra lettera dell'alfabeto. azzardate.)
Qui non si capisce a chi dar retta, perché nessuno parla.
Semplice.
Gli aizzatori del popolo si scagliano contro una sparuta comunità invece di provare a prendersi cura dell'intera collettività.
Mentre i regnanti regnano, come se nulla fosse, come se non si navigasse a vista da mesi, ormai. Coraggiosi mozzi in mezzo alle tempeste comportamentali dei nostri capitani.
Una cosa è certa: saremo noi ad affondare con la nave, a testa alta.
Non voi.

Ma mentre spero in cattiverie altrui per sfogar le mie, qualcosa al nostro (esteticamente santo ma nel profondo in realtà demone incapace) Jacopo nel giro di un paio d'ore torna indietro: subito dopo aver capito di non aver capito perché il suo cazzo di Bancomat delle poste ha deciso di non riconoscere il suo PIN (se è colpa della nana, la vado a cercare), e non è per i problemi tecnici ne per superamento dei tentativi ne perché è clonata,
[E' successo. Period.]
un piccione che probabilmente aveva appena finito di mangiare i rimasugli di uno yogurt della Marcuzzi ha deciso di rilasciare gli effetti del simpatico fermento lattico o che cazzo è sulla mia testa.

(Diciamo che ha fatto scopa.)

Ma non finisce qui.
Ditus in fundo, nel senso che per premere il pulsante già debole dell'ascensore a lavoro tale simpatico tondino ha deciso di cedere ma giusto per il tempo di farmi spaventare, ritrarre il dito ed è lì che è ritornato indietro a molla e facendo da morsa mi ha portato via un bel pezzettino di indice della mano.
Destra.
Così, al momento, ho due dita rovinate della stessa mano.
Per due momenti del coglione.

Ma va bene così.
Perché se ora mi chiedi se sto bene negli orti, ti rispondo: si.


[ps: angolo mi vanto. Hanno pubblicato una mia battuta sul nuovo libro di Spinoza. Ma non l'ho capita.]

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