venerdì 30 settembre 2011

Lettera


Oggi ho ricevuto una mail da una persona che suegue il mio blog, che non conosco, e che mi ha colpito molto.
Mi trova un po' spiazzato, perchè non so che fare, quindi ogni consiglio è ben accetto. Sono riuscito a rispondere a questa persona, che mi ha dato piena libertà di pubblicare quanto segue, copia e incolla:

"ciao jacopo. trovo il coraggio di scriverti solo ora, non so cosa mi bloccasse prima ma ora non m'interessa, lascio scrivere le mie mani così, come se fossero loro a muovere me. non so cosa mi spinge a scrivere proprio a te, potre rivolgermi a qualcuno che forse può davvero aitarmi. ma ho imparato che il cuore spesso vince sulla ragione, per cui eccomi qui. mi piace come scrivi, mi piace un sacco, e riuscire anche solo ad avvicinarmi alla tua tecnica, al tuo ritmo beh, mi è semplicemente impensabile. sono spaventato, spaventato a morte, perchè ci provo, ci provo fin da quando ho letto il tuo primo post, e parlo di quello che apristi nel periodo in cui vivevi a lecce, quando scrivevi di canzoni e inventavi interviste, di come il tuo ipod scegliesse per te quasi a leggerti il pensiero, o il cuore. ti seguo da tanto, e spesso ho provato anch'io a lasciarmi andare, a liberare le mani come sto provando a fare ora. ma c'è qualcosa che mi ferma, che mi impedisce di dare quel ritmo, quel tempo e quella struttura che solo tu riesci ad imprimere. forse so cos'è, ma non voglio esserne sicuro. ti invidio, ti invito tanto, perchè vedo che sei completo, nello scrivere, hai tutto quello che ti serve, tocchi i tasti giusti. quelli che io non riesco, non voglio, non posso premere. non posso, mi dispiace. ci provo, ma non posso nemmeno sfiorare gli stessi tast che tu tocchi. voglio lasciarti con una poesia, pochi versi che, forse, ti faranno capire cosa si prova, ad essere me.    sulla via del crepuscolo, mentre vado verso dio, vorrei avere lo shift ed il blocca maiuscolo, ma soprattutto il tasto invio."

giovedì 29 settembre 2011

La Banda Dei Fuochi D'artificio

[Seconda Parte]

Il dolore era insopportabile, lancinante. La fitta gli partiva da dove era stato colpito, come se al centro del foro causato dal proiettile ci fosse un tizzone ardente, che bruciava la carne viva. Un piccolo sole di dolore al centro della pancia.
Era fuggito ormai da quasi un'ora, passata ad arrancare partendo dall'appartamento del sindaco, sino ad arrivare sul luogo dell'appuntamento, un piccolo casolare abbandonato che avevano ribattezzato "Cesarini", perché ci dovevano andare solo in extremis, solo nel caso in cui, all'ultimo, non fossero riusciti a portare a casa il bottino. Era dalla parte opposta di un campo di spighe secche, da cui si accedeva dalla città.
Forse per gli spasmi, forse perché era scivolato a forza di essere sommerso di sangue, il proiettile era venuto via quasi subito, ma il dolore che aveva provato era comunque andato oltre ogni sua immaginazione. Ma almeno era riuscito a percorrere più della metà del tragitto un po' più velocemente.
Ora doveva solo aspettarlo, anche perché aveva bisogno di cure ma soprattutto aveva lasciato troppe tracce dietro si sé, una lunga scia di gocce di sangue, per non parlare nel corridoio che aveva formato passando attraverso l'erba alta.
La notte era immobile, silenziosa. Ancora si sentiva l'odore di zolfo lasciato dai fuochi, e nemmeno un soffio d'angelo smuoveva le fronde degli alberi circostanti. Lui ci credeva agli angeli, ci credeva eccome. Si ricorda di quando la madre, mentre gli rimboccava le coperte d'inverno e spalancava le finestre d'estate, per farlo addormentare gli raccontava la storia di un angelo di nome Clarence, che mostrava alle persone che si sentivano inadatte a questo mondo, o che venivano prese in giro perché brutte o poco attente, insomma questo Clarence gli faceva vedere come sarebbe stato il mondo senza di loro, ed era un mondo pieno di cose brutte, perché alla fine tutti erano importanti e tutti dovevano capire che il mondo aveva bisogno di loro. Quando era più grande, e la mamma ormai non c'era più, vide un film su questo Clarence, e fu contento perché voleva dire che la mamma aveva ragione sugli angeli. Se ci fanno i film, sono cose vere.
Ma tutto questo pensare sugli angeli fu interrotto da un'altra fitta, ancora più forte, e dovette stringere i denti e serrare le labbra per non urlare. Riusciva a sentire l'odore del sangue, del proprio sangue. Un conato lo avvolse, ma riuscì a trattenersi. Era passato troppo tempo, ormai sarebbe dovuto essere già qui.
Pensò prima all'ipotesi di andare via, tornare a casa e cercare delle bende, qualcosa che potesse fermare quel fiume rosso. Il problema sarebbe stato non dare nell'occhio, ma un tizio vestito di calzamaglia nera che sanguina come un porco sgozzato, forse un po' si nota.
Poi valutò l'idea di fermarsi, magari riposarsi dentro il Cesarini e trovare un modo di andare fuori città il mattino dopo, magari saltando su di un treno in fondo alla piccola vallata. Ma il rischio di addormentarsi, e risvegliarsi direttamente in braccio agli angeli, quello proprio no.
Decise di prendersi il rischio di tornare a casa, ma doveva stare attento a non farsi vedere, a passare nei vicoli che sin da piccolo faceva ad occhi chiusi.
Lo diceva sempre anche lui, "se beccano uno, trovano subito anche l'altro".
E sperava proprio che anche lui fosse al sicuro, magari solo stordito o leggermente ferito, ma vivo e libero.
Con un'altra, terrificante fitta, cominciò a zoppicare verso casa, curvo dal dolore e sempre più stanco.

[fine seconda parte]



mercoledì 28 settembre 2011

Dai su..

Persino a lui j'avete rotto il cazzo.
..basta con le critiche sterili a chi si iscrive ad un concorso "just to try", e tutti all'improvviso si professano fotografi, scrittori scesi in terra ad insegnare il mestiere, "che il regolamento non è chiaro, e che foto di merda, ed io scatto di pancia e quello fa solo tramonti". Oh ma che davvero? Non c'è niente di male a provarci, e nemmeno ad essere criticati, sia chiaro. Ma costruttivamente, non "siete dei bimbiminchia con una reflex costosa e non sapete che farci". Ma non rompere i coglioni.
Nessuno è nato imparato, ne con le foto, ne con la scrittura, ne con la vita.
Io ho letto i libri che piacciono a me, ho visto i film che volevo vedere e dall'alto di un cazzo so scegliere se si o no, se quel libro lo devo tenere sullo scaffale o devo pisciarci sopra, e se quel film merita l'acquisto in dvd o un viaggio a casa del regista/attore/sceneggiatore per infilargli una telecamera nel culo che magari il film esce meglio.
Questa cazzo di moda tutta italiana di romperci i coglioni a vicenda "ché sono più bravo io": in giro per l'Europo (e forse anche mondo) le persone ci campano di concorsi, che siano di foto, scrittura, design, architettura o cazzo ne so io. Ci costruiscono le città intorno ai talenti, ci spendono, ci puntano.
Qui, invece, un concorso o viene falsato da "amici", o viene smontato da gente che scatarra nello stesso piatto in cui, magari, potrebbe un giorno mangiare. Perché magari sei proprio tu che ti lamenti, gran testa di cazzo, a poter vincere qualcosa.
E lì mi roderebbe pure il culo.

Imbecilli.

sabato 24 settembre 2011

Blood Sugar Sex Magik: Vent'anni E Sentirlo Ancora

Tanto per, copertina ed artworks annessi
sono tutti di Gus Van Sant.


Come promesso, di seguito trovate le recensioni lasciate come commento al post di qualche giorno fa.
La mia recensione vintage, se non sarà pubblicata indove dico io e quindi la leggerete perché -ovviamente- me ne vanterò, la troverete a breve.

Eccola, con tanto di mini flame su Frusciante (:

Nel frattempo, grazie di cuore a tutti e tre i miei folli lettori (che poi sono tre persone fondamentali della mia vita) per avermi assecondato. Come con i matti, mi hanno dovuto dire di si.
All'inizio di ogni articolo, trovate il link al profilo FB o similari.

Io, nel frattempo, mi limito a fare gli auguri ad un album strepitoso, che mi ha cambiato i connotati musicali.
Grazie, folli bastardi Losangelini.


Ok, metto subito le carte in tavola: mi trovo un po' in difficoltà, perchè ho proprio voglia di dare il mio contributo al blog di questo mio grande amico e a questo post in particolare, ma la mia cultura musicale in campo rock, come quella di Diego, è pari a -5, ma a differenza di lui per me il traguardo dello 0 è ancora un puntino lontano. E per una questione di gusti, ai quali, è cosa ben nota non si comanda, credo che quel puntino non si avvicinerà mai più di tanto. Per il semplice motivo che ognuno deve seguire il suono dal quale riesce a trarre il maggior numero di emozioni, ma sopratutto le più intense. Ora vi faccio fare due risate. Il mio approccio con i RHCP: "Under the bridge" l'ho conosciuta grazie alla cover delle All Saints, che per me all'epoca era ne più e ne me no di una "Cover di una canzone che qualcuno aveva già fatto". Primi sintomi di ignoranza bieca. Dopo di che, credo di aver scoperto veramente il RHCP nel '99, durante il primo anno di quello che sarebbe diventato un lunghissimo calvario chiamato "scuole superiori", con l'album "Californication", che ottiene un discreto successo già dall'uscita di quello che credo sia il primo singolo estratto, ovvero "Scar Tissue". (E fu proprio vedendo il video di questa canzone che dissi: "mmmm dev'essere un gruppo nuovo...". Tanto per sottolineare la mia ignoranza nel campo). Forse anche troppo successo, dato che ricordo di aver avuto amiche che dichiaravano senza vergogna che "Otherside" era la loro canzone preferita, ma che di li a poco avrebbero cantato a memoria (con la stessa mancanza di un altro tipo di vergona) le canzoni di Tizi-ano Ferro. A quel punto i Red Hot Chili Peppers escono dall'oblio che li aveva avvolti per gran parte degli anni '90, e come per magia insieme ai nuovi singoli dell'album in questione, vengono riproposti con un'insolita frequenza, su canali come MTV, vecchi video delle loro canzoni tra cui anche "Under the bridge". E nel frattempo per me, si spiega il grande mistero della cover di qualche anno prima. Detto questo, prima di chiudere, per quello che vale, secondo me uno dei loro lavori migliori è "Road Trippin'", una canzone che ancora oggi, per quanto non sia un grande amante della loro musica e del Rock in genere, ho piacere ad acoltare e riascoltare. Buona!

- Otty -

Vorrei fare una premessa prima di annoiarvi con il mio pensiero su "Blood Sugar Sex Magic",personalmente il mio mondo musicale ruota ed è sempre ruotato sulla musica elettronica ma è sempre di gran lunga piacevole ascoltare qualcosa che non ti da la stessa emozione,i stessi brividi e che sa comunque catapultarti verso un ricordo,ma anche verso un semplice pensiero perso nel tempo.E quel qualcosa è riversato nella musica rock,ma anche in quella pop,quella funk,quella punk e senza dubbio i Red Hot Chili Peppers ne fanno parte.Doppia premessa che io Nevermind dei Nirvana non l'ho neanche sentito tutto,non li ho mai amati troppo,ma non me ne vogliate.Ma i RHCP,loro si. Secondo me non c'è aggettivo migliore di "spinto" per descrivere l'album BSSM.Rimane difficile non rimanere colpiti dal sound psichedelico con il quale vengono arrangiati e trattati temi di esplicito riferimento al sesso,alla droga,alla solitudine e alla malinconia.Per non parlare di "friendship" dove sboccia secondo me la migliore "Under the Bridge",nata originariamente come una poesia e di poesia si tratta,tra un rief e una nota stonata. Questo è uno di quegli album senza tempo ed evergreen,uno di quelli che ti ricorderdai per il resto della tua vita e che la radio non smetterà mai di passare,uno di quelli che differenti emozioni per ogni momento della tua vita saprà sempre regalartele. Aloha.


"Sentiti questo" , è cominciato così il mio viaggio con questo album...E' un inizio banale lo so, come tanti. Ma non è banale chi mi lanciò il cd dallo scaffale al letto dove oziavo beatamente con un drummino girato male in bocca. Capelli arruffati(allora un po' meno bianchi devo dire!), sigaretta spenta in una mano, immancabile barattolo di Nutella nell'altra. Assomigliava vagamente a me,in versione Rock. La mia cultura musicale allora era pari a -5, ora almeno, grazie a lui, sono intorno allo 0. Quello fu l'inizio di un bel viaggio che mi ha accompagnato per anni. Prendo in mano il cd, rigorosamente originale trattandosi del gruppo preferito del mio "iniziatore". "Cominciamo da loro, poi passiamo al resto" Misi il cd nel suo stereo, casa era vuota, quindi volume al massimo e canzone a caso.La 9.Give It Away. Inizia prepotente, ti entra dentro.E resta lì. "Forti!", ascoltammo musica per tutta la mattina ed il pranzo, ma quell'inizio non lo scorderò mai. Naturalmente, dato il cognome che porta (che poi è anche il mio, abbiamo la memoria di un bradipo su per giù), il mio "iniziatore" "non banale" , avrà rimosso questo strano ricordo dalla testa. Ma non smetterò mai di ricollegare quei <> al mio folle cugino. Thanks again!

venerdì 23 settembre 2011

I Neutrini Viaggiano Più Veloci Della Luce!!


E 'sti cazzi, io ho il nuovo Facebook.
A breve,  inutili riflessioni su ciò.
Ora mi vado a divertire.

Pulizia Di Stato


Oggi sarebbe stato (è?) il compleanno di Gabriele Sandri. Qualcuno ha storto il naso per un mia uscita su FB, ma io ripropongo questo articolo anche qui.
Oggi è anche uscita anche la notizia di un pestaggio da parte dei vigili urbani (avete capito bene) nei confronti di un ragazzo che, ubriaco o meno, è stato letteralmente massacrato da uno della Smucinapalle [cit.]. Preso, ammanettato, pestato. Il vigile ha rischiato il pestaggio, che purtroppo non c'è stato. A quanto pare sono stati girati dei video, che però ho la vaga impressione non vedremo mai.

OT che però è anche IT: è di poca fa la notizia che l'Ape regina, la procacciatrice di vagine a pagamento, l'avida puttana reale è stato a "colloquio" da b. (che nemmeno più la maiuscola si merita) insieme ad A(lfa)NO e Piaggio Vespa, probabilmente per discutere di fluidi seminali e difesa in tribunale. Secondo me, usciranno belle cosette a breve.

Ragazzi, il 15 Ottobre è vicino. So che molti di voi hanno perso lo stimolo di scendere in piazza, ma a questo giro la situazione è ben diversa. Qui, questa volta, ci si gioca tutto. Mettetevi una mano sul cuore ed una al cellulare, così potete chiamare mamma per farvi pagare la cauzione.

(tra l'altro, auguri mammina bella)

giovedì 22 settembre 2011

Dicono Di Me..


..che sono pieno di difetti.
Immaturo, permaloso, infantile.
Che mi sfogo su un blog, e questa è roba da adolescenti, però a leggere un salto ce lo fate.
Che spammo su Facebook, ma sempre meglio di chi posta pagine come "Se lui ti ferisce tu curati le ferite con sangue di unicorno e ricordati che sei unica e che troverai il principe azzurro con un cazzo così".
Che non parlo, ma c'è chi invece blatera troppo e poi non conclude nulla.
Che sono incostante e non finisco le cose, ma almeno vario un po' invece di fossilizzarmi sempre e solo su di una cosa.

Il bello è che avete ragione, tutte le ragioni del mondo. Ma se ancora mi venite dietro, qualche problema pure voi ce l'avete.

Eat You Alive



"Once you seep in -once you seep in-,
under my skin -under my skin-,
there's nothing,
there's nothing in this world that could wash you away.."

mercoledì 21 settembre 2011

BalaLeica


Cari seguaci, segugi e seguenti, per i pochi di voi che non seguono le mie mirabolanti cazzate su Fèis o Tuittèr, bene sappiate che mi sono iscritto ad un concorso fotografico per testare le mie seppur scarse capacità immortalatrici. (la linea rossa sotto "immmortalatrici" mi fa capire che non esiste tale parola.. chiamerò la Crusca).
Insomma, basta cliccare qui (no qui) (no dai scherzo, qui) e fare un bel click su "Like".
Come dite? Non avete un account Facebook?
Ah ok, mi pensavo.
Quindi, cliccate a gogo e vediamo che succede.

Come dite? E' squallido farsi pubblicità sul blog per accaparrarsi dei voti? Ma io prendo spunto ai migliori!!

Rivuoi Il Controllo..

‎"Perciò io maledico il modo in cui sono fatto, Il mio modo di morire sano e salvo.. dove m'attacco..
Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia..
Quello che non c'è.."

lunedì 19 settembre 2011

Essere Esteti Oggi


Ci sono momenti in cui deve fermarsi a riflettere. Mette da parte quello che lo ha turbato, si siede, chiude gli occhi e fa un gran bel respiro profondo. Solo così puoi provare a digerire parole del genere.

Metto da parte.
Mi siedo.
Chiudo gli occhi.

Respiro.

Profondo.

Profondo.


Profondo come il vuoto che hai nel cervello, inutile agglomerato di cellule ed acqua. Persone come te andrebbero soppresse. Niente galera, niente processo.
Un'iniezione e via, tanti saluti.
Questa sottospecie di ruba ossigeno a tradimento ammette, in pratica, di essere stata a lavorare (vedi la voce prenderlo al culo) con il premier, ed esalta le capacità imprenditoriali di Quentin Tarantini. Per capacità imprenditoriali, invece, potete vedere alla voce manager.
Affermare che "se sei racchia stattene a casa e non rompere i coglioni", propagandare un "meglio un giorno da leone che cento da pecora" è un qualcosa che [MODALITA' RETORICA ON] in un paese normale [MODALITA' RETORICA OFF] sarebbe stato sbattuto in prima pagina, avrebbero fatto indagini approfondite e tutto si sarebbe risolto con delle dimissioni.
Poi ti svegli, per la quindicesima volta in un giorno solo.
Ti rendi conto che sei in italia, quella con la i minuscola, quella che c'è ancora più gente che ha goduto per l'Aquila e che non togliergli il pallone sennò sono cazzi, quell'italia che guarda dall'altra parte e che Sabato andiamo a ballare.
Io non voglio più farne parte, sono stanco, stanco di sedermi, chiudere gli occhi e respirare profondamente. Voglio aprirli, st'occhi, andarmene in giro orgoglioso almeno del paese in cui vivo, se proprio non posso esserlo di quello dove sono nato.
Bisogna andarsene, e di corsa. La rivoluzione la fa un paese intelligente, quindi è fuori dalla nostra portata.
Io gente come 'sta zoccola la voglio fuori dalle palle, ma le palle della vita. Non voglio più condividere l'aria con persone simili, mi sono rotto il cazzo di essere comprensivo, o peggio passivo.
Se riesci a dire, senza vergogna, che l'onestà con paga, che è giusto passare sopra i cadaveri se vuoi raggiungere il top, allora il sistema ha vinto. Ha vinto la televisione, ha vinto Il Giornale, ha vinto la De Filippi, la Ventura, Sallusti, Belpietro, Gasparri, La Russa, Briatore, Il Grande Fratello e Cento Vetrine.
Bisogna fermarsi, sedersi.. e cercare il primo biglietto utile, fosse anche solo per arrivare in Austria.

Wikipedia mi ricorda che gli esteti, una volta, erano gente come Oscar Wilde o D'Annunzio.
Oggi l'esteta è lui.
L'esteta.

Mi siedo.
Chiudo gli occhi.
Respiro.

Profondo.

Profondo

sabato 17 settembre 2011

InFila

"Modestamente ho della carne che sembra viva, per quanto è fresca.."
Flash Post: in giro continuo a leggere che ognuno può fare il cazzo che vuole, che se vuoi fottere minorenni e non, pagando (senza e non), facendo festini in palazzi governativi, facendo volare tali mestieranti in voli di stato, o in auto blu beh, può farlo, è la sua vita privata. Addirittura c'è chi dice che anzi, nel caso Tarantini lui è la parte lesa.
Puppatemi.
La.
Fava.
Parte lesa dei miei coglioni. Lui non è altro che un piccolo omuncolo, solo come non mai, circondati da falchi (e non sono di partito), che non aspettano altro di porgere al drago altra carne fresca, in cambio di soldi.
Soldi.
Soldi.
Stiamo sempre lì: lui è arrivato qui dov'è per i soldi, per evitare di pagare più soldi, per cercare di guadagnare sempre più soldi. E poi, per evitare la galera. Mase lo vogliono ingabbiare, è sempre per i soldi che voleva accaparrarsi corrompendo, sfruttando, mentendo.
Punto.
Se arriviamo a difendere l'ndifendibile, possiamo tranquillamente dire che l'olocausto era ok, che Breivik alla fine se ha tolto di mezzo qualcuno non è che aveva poi tutti i torti, e che la famiglia Misseri è da prendere ad esempio.
Se qui continuiamo a giustificare tutto, tutto può succedere.

S-V-E-G-L-I-A.

Qui c'è gente che ha una vita, che 145.000 euri all'anno tra un po' li paga in tasse, e non li guadagna grattandosi il sottopalla dicendo che "alla fine 4.000 al mese non bastano". Io, 4.000 al mese, li ho visto al massimo di trattenute dalla busta paga.
Qui c'è gente che al servizio pubblico deve vedersi sostituire quello privato, deciso da 9 matusa incartapecoriti, fondamentalisti schifosi che tagliano scene omo dalle serie tv estere (ma poi i balletti saffici in prima serata va bene.. non che sia contrario ma..), 9 retrogradi figli di puttana che bocciano programmi così, perché boh, perchè poi la gente capisce. A me la Dandini m'ha cresciuto, e se permetti mi girano i coglioni a non poterla vedere.

Qui ci sono ministeri che non sono ministeri, inaugurati senza tante remore, perché "Roma ladrona" ma intanto cose così ce le dimentichiamo, che l'unica soluzione è la padania. Benissimo, dividete, confinate, ghettizate. Ma il primo stronzo in camicia verde che apre bocca, quant'è vero Buddha finisco nelle patrie galere padane.

Avete rotto il cazzo.
Che mentre c'è gente che infila a destra e manca con ragazze in fila fuori dalla porta, qui c'è gente che vuole il pane a poco.

E il quindici Ottobre è vicino.

venerdì 16 settembre 2011

Mi Vanto. Oh, Se Mi Vanto..

Partiamo dal presupposto che mi sto (in)Nerdando sempre più. Non della serie html, php o codici sorgente, ne "Luke sono tuo padre!!" da tatuaggio sul cazzo. Diciamo che, a livello di scrittura (parolone), mi sto ingobbendo parecchio. E qualcosina, a livello di frutti virtuali che poi marciscono mangiati dai worm, si raccoglie.

VANTO MODE - ON

Faccia da vanto.
Dopo un mia battuta pubblicata sull'"Almanacco Luttazzi della Nuova Satira Italiana" (quando Luttazzi era ancora uno di cui ci si poteva fidare), e dopo quella stampata (ma che ancora non riesco a trovare) sul secondo volume di "Spinoza", arriva qualcosa di totalmente nerd, su un bel sito che ho scoperto come sempre in ritardo: leganerd.com, un blog in cosiddetto crowdsource, dove cioè sono gli utenti a costruirlo.
Scrivi l'articolo, eviti di far cazzate (per questo c'è la loro guida agli autori) e dopo una piccola revisione da parte degli Admin ti puoi ritrovare il tuo bell'articoletto Nerdico in HomePage.
ieri ci ho provato.. ed è successo.

VANTO MODE - OFF

Faccia da fine vanto.
Vi consiglio, a parte che per leggere quel piccolo capolavoro di scrittura videoludica, di fare un bel giro sul sito. Come dice la descrizione: "Lega Nerd è un volgare Social Blog scritto da nerd che tratta tutto ciò che importa veramente nella vita: la Figa, il Computer, Sheldon Cooper e il numero 42.

E se non conoscete anche solo una di queste basi, loggatevi su Yahoo Answers e fate la figura degli sfigati.

mercoledì 14 settembre 2011

Quel Giorno Usciva Pure "Nevermind", Ma Fottesega

"When we were young."
[che nessuno me ne voglia per il titolo, adoro i Nirvana. Ma il tatuaggio che ho è il simbolo dei Red Hot Chili Peppers, non la testa aperta in due di Cobain]

Il 24 Settembre del 1991 usciva "Blood Sugar Sex Magik", l'album che ha consacrato i RHCP come icone del rock sudato, sporco e vagamente lisergico. Lo stesso giorno, appunto, usciva anche "Nevermind". Per questo se chiedi il miglior album degli ultimi vent'anni ti diranno "Cobain!! SmellsLikeTeenSpirit!! Grohl poi è diventato il frontman dei Foo!! Courtney Love è una troia!! Rape me!!", poi se fossi andato a scorrere quel giorno gli scaffali  nei negozi di musica, dopo "Police" e "Queen", magari ti saresti cagato un monumento del rock, diciassette tracce di pura gioia, dolore, malinconia, droga, sesso, amici e sesso. E droga.

Poi ci sono stati altri due bei album, poi il declino. Poi il fondo del barile.
Ora i RHCP scavano con vanghe di vergogna le loro buche sulla Terra della Dignità. Ma io li amo lo stesso.

Detto ciò, come se fossi uno di quei blogger seguitissimo, mi piacerebbe fare quanto segue: avere la vostra micro recensione su "BSSM", dove/come l'avete scoperto, se vi ha portato a seguire sto quartetto di folli bastardi o se l'avete ascoltato solo per dire che, in fondo, è meglio Nevermind.
Perché Cobain è morto, Kiedis c'è solo andato molto vicino.

Scrivete nei commenti, ed il 24 si festeggia con la pubblicazione del vostro prodotto neuronale.
Se nessuno mi caga (cosa probabile), allora nessuno leggerà l'unica -la mia- recensione.

Give It Away, maledetti.

La Banda Dei Fuochi D'Artificio

Il collegamento c'era, questo era chiaro. Ma l'ispettore non riusciva a capire quale fosse. Aveva provato a tracciare decine di piccole linee mentali tra un caso e l'altro, cambiandole, sostituendole, ricordando le frasi dei testimoni e tentando di incastrarle sovrapponendole alle scene del crimine.
Ma ogni volta tutto sfumava, qualche cosa, da qualche parte, cadeva. E con essa tutti i pezzi faticosamente tirati in piedi.
Era appena arrivato sul luogo del sesto caso in due mesi. Ma stavolta c'era qualcosa di più: due cadaveri.
Fino a quel momento le scene del crimine erano state le case di alcuni medici ed infermieri dell'ospedale del paese, furti che avevano comunque due particolarità: veniva rubato solamente un flacone di Valium, e sempre quando c'erano i fuochi d'artificio. Era successo la prima volta per la festa del patrono del paese: in due case, entrambe di psicologi dell'ospedale, erano stati rubati solo gli ansiolitici, e solo quelli. Avevano approfittato del momento dei fuochi d'artificio per aprire la porta di casa con un chiavistello, potendo anche permettersi di fare rumore visti i colpi che venivano da poche centinaia di metri.
E così via per altre quattro volte, fino a stasera.
Le vittime erano due, il padrone di casa ed uno dei ladri. L'ispettore conosceva bene la casa, e l'idea che il proprietario fosse rimasto ucciso lo agitava. Ma lo faceva agitare ancora di più l'idea di poter sapere chi fosse il ladro.
Mentre si dirigeva verso il vialetto, il detective notò quelle macchie troppo scure per essere gomme da masticare ormai fossilizzate nell'asfalto. Si chinò, sfiorò una di quelle macchie e riconobbe subito la consistenza, il forte odore: era sangue. Le ultime macchie di sangue di una scia che partiva dal portone della casa. E nessuno le aveva ancora segnate con il gesso.
Mostrò il distintivo al poliziotto di guardia al nastro giallo, che lanciava piccoli riflessi di luna mentre vibrava per la leggera brezza estiva. Il poliziotti si mise sull'attenti pronunciando "Signore!", e subito dopo alzò il nastro per far passare il suo superiore. L'ispettore passò, e sorrise amaramente mentre si rivedeva in quel ragazzo.
-Avrà tirato fuori la pistola solo per provare le mosse davanti allo specchio-, pensò.
La casa era modesta, come tutte quelle del paese, e mentre si faceva largo tra fotografi ed agenti della scientifica faceva quasi fatica lungo il corridoio a seguire la piccola scia, che dall'entrata di casa aveva cominciato ad avere piccoli segni di gesso bianco e nero a seconda del colore della superficie su cui era colato. La seguì, a stento salutò i colleghi che incontrava, che provavano a fermarlo, aveva bisogno di capire da dove partisse quella traccia, se era di chi giaceva ora sul pavimento, o di qualcuno che era riuscito a fuggire. La risposta gli fu subito chiara: la prima macchia partiva da quasi due metri di distanza dai corpi, ed era talmente grande che si vedevano chiaramente due impronte farsi sempre più labili e secche man mano che arrivavano alla porta.
Qualcuno era scappato. Qualcuno, molto probabilmente colpevole dello strazio che gli si stava mostrando in tutta la sua morte, quel qualcuno era libero. Ferito, ma libero.
E dopo che ebbe la conferma che uno dei due corpi era quello del ladro, si avvicinò lentamente all'altro cadavere.
D'improvviso, come se un sipario fosse calato sui suoni della stanza invasa da macchine fotografiche e buste di plastica e fruscii di penna e registrazioni audio, calò un silenzio inquietante.
L'ispettore si mise due guanti di lattice, prese tra le mani la testa martoriata del proprietario.
Un medico.
Il sindaco.
"Papà", sussurrò.

[fine prima parte]

domenica 11 settembre 2011

Norway Road Trippin' - Ultimo Quarto - Di Copenaghen, Scelte E Fette Di Torta

Qualcosa all'orizzonte.


Copenaghen.
Quanto ti costerebbe mollare tutto? Cosa ci perderesti, e quanto invece potresti guadagnarci nel dare un abbraccio sincero a quelle poche persone che hanno contato qualcosa nella tua vita e dir loro arrivederci?
Non lo so, ma ci penso, e tanto.
Ore passate a viaggiare, a guardare fuori da un finestrino ti costringono a pensare.
Anche se non vuoi.
Pensi a tante cose, a quanto ti è costato fare alcune scelte in passato, a cosa hai perso e a quanto poco hai guadagnato.
La tua è una vita di facciata, e lo sai. Stai bene perché ti sta bene.
Hai amato con tutto te stesso, hai dato tanto, spesso ricevendo altrettanto, hai persone che ti vogliono bene ed una famiglia che c'è, anche se non c'è.
Ma comunque fingi, comunque non stai bene.
Eternamente insoddisfatto.
Non l'ho mai letto, ma c'è chi mi paragona sempre a "Il giovane Holden".
Ho il cuore sempre pieno, ma al momento sbagliato, con le persone sbagliate, nel posto sbagliato.
Punto.
Ma se ci fosse quel pulsante reset, quel grosso pulsante rosso protetto da una piccola teca di vetro, magari con dei pulsanti che ti permetterebbero anche di scegliere la data.. lo premeresti? Cancelleresti davvero, non so, 4 anni della tua vita per aggrapparti a quello che hai perso e che non sai cosa, come sarebbe stato?
È difficile come scelta, vero?
Siete soddisfatti della vostra vita? Le scelte che avete fatto, dal prendere quel filone in più dal fornaio l'altro giorno che se adesso lo tirate a terra arrivate in Cina, fino allo sposarvi.. vi hanno soddisfatto?
Ma questo è solo uno stupido gioco per farvi dire a voi cosa non va, mentre io mi dileguo. La mossa Kansas City.
Io sono contento a tratti. La felicità mi annoia. La felicità in sè è noiosa: tutti quegli abbracci, quei sorrisi, quel conto in banca sempre paro, quei vasi in balcone sempre curato, l'aperitivo assicurato due volte a settimana e la corsetta a Villa Pamphili. Ma davvero vi basta tutto questo?
Io ora ho circa cinquecento euro di buffi con i miei amici per questa vacanza che -ehi!!- non è ancora finita, non ho un lavoro e l'unica proposta che mi è arrivata è di tornare in cuffia in un altra fossa dei leoni (no grazie), ogni canzone che il mio iPod passa sembra ricordarmi che ogni schiaffo preso è stato meritato e dovuto, non scriverò mai nulla che possa passare sotto la forma di un libro, cerco sempre di ributtarmi in qualcosa che è stato e che non potrà mai più essere, ed ho una tremenda, terribile, fottutissima paura di dare un abbraccio sincero a quelle poche persone che hanno contato qualcosa nella mia vita e dir loro arrivederci.
Ma adesso mi son fermato, e penso che a casa mi aspetta un persona speciale, qualcuno che le mie fobie, paure, ansie e voglia di solitudine le accetta. Ed io ancora non me ne rendo conto, perché non sono abituato ad una persona che ti dice "fai ciò che vuoi" sapendo che hai bisogno di stare una sera da solo. Una persona che mi vuole un bene tanto, ed io di contro.
Che sa quanto sia difficile per me, ora, dare. E che lo accetta.
Ed io nemmeno mi rendo conto di quanto questo sia straordinariamente bello.
So che non devo tirare troppo la corda ma so che posso chiedere, senza dover dare. Ho qualcuno, accanto a me, che mi accetta per quello che sono, e non solo per quello che sembro o sono sembrato.
Che a sbagliare son bravi tutti, ma a capire le persone ci riescono in pochi.
E magari, dietro a messaggi frettolosi, strade sfocate fuori da un finestrino, lacrime solitarie e scienziati che vogliono ricominciare dall'inizio, dietro a tutte queste e mille altre cose, magari una fetta di felicità la trovo tagliata pure per me.

sabato 10 settembre 2011

Eccheccazzo.

"Is That Peter-Fuckin'-Frampton?"

Prima lo volevo far iniziare con "Let's Get It On", nella splendida e funky version di Jack Black.
Poi con una foto.
Poi col nulla.
Non lo so nemmeno io che scrivere, ma so che voglio.
E che non me ne voglia nessuno.

Oggi i tuoi movimenti ti hanno tradito. Avresti potuto superare quei due impacci senza problemi, ma un paio di sguardi storti hanno tradito la stessa ansia che avevo io addosso, che è anche normale avere.
Di te non ho mai scritto esplicitamente qui, e forse non lo farò nemmeno oggi,
Dipende da quanto mi va di scrivere, e da quanto la sbronza durerà.
M'ha fatto male vederti oggi, una cosa fuori controllo. Se mai leggerai 'ste quattro righe, magari ti sentirai anche superiore. Ma so che, in cuor tuo, i tuoi pensieri devieranno per un paio di giorni, forse meno forse più. Ma di certo non sarai lucida.
Il tuo sguardo sicuro è stato tradito da una voce troppo impostata nel volume e nel tono, e da un corpo che faceva il contrario di quello che il cervello implorava.
Non so che hai fatto a Palma, ma adesso so che ci sei stata e mi viene in mente un flashback, sudato ed agitato. E forse è stato automatico farlo. Magari perché l'altra volta ha tipo funzionato, vedi mai che anche a 'sto giro..
Ma poi chissene sbatte no?
Siamo tutti anime perse che nuotano nella stessa boccia.. Anno dopo anno.
Gli incroci capitano, le coincidenze coincidono, e magri scopriremo poi che quei due anni e passa sono stati giusto uno sfiorarsi, il giusto per prendere direzioni migliori.
Io non lo so che pensare di questo sfiorarsi. So che comunque sono cresciuto, in qualche modo maturato. In un modo che nemmeno so io come, e nemmeno quale. So che per certi momenti darei l'anima anche solo per essere lì da spettatore, tanto sono stati belli. So anche, però, che per certi preferirei uccidermi pur di non riviverli.
Se fosse stato un altro momento, per entrambi, sarebbe andata in un altro modo, e tu lo sai.
Se non avessi avuto le mie voglie infantili, quelle di correre il rischio, di incasinarmi, di andare oltre.
Se tu avessi avuto la lungimiranza di vedere il mio vero potenziale, quando son tornato da te in ginocchio.
Se avessimo avuto il coraggio di capirci, guardarci.
Ma soprattutto perdonarci.

Ti ho voluto un bene dell'anima, e non ho mai, mai dubitato del contrario.
Per te mi sono violentato e umiliato, ho allontanato amici e subito sacrosante ramanzine.
Ho fatto a cazzotti con me stesso, senza rendermi conto che qualunque ruolo assumessi, il me stesso avversario mi buttava giù. Ho provato di tutto, e so ancora, senza ombra di dubbio, che più di tutto non c'è nient'altro da provare. So di aver combattuto una battaglia ìmpari, perché sono partito svantaggiato su tutti i fronti.
Ma non posso dire di non averci provato.

Tutto questo è uscito di getto, più di ogni altro pezzo della mia vita. Almeno credo.
Senza rancore.
Ma anche senza rimorsi.


-I've always hated that song.-
-Yeah..-
-Now I kinda like it.-
-Yeah..-

giovedì 8 settembre 2011

Prendi L'Arte Grafica E Mettila Da Parte.. Grafica

Se avessi i soldi, la mia camera a quest'ora sarebbe piena di monitor, videocamere, scatole vuote di programmi per l'editing video, cavi cavetti e cavoni. Sarei incastrato davanti agli stessi dieci secondi di ripresa in cui Emiliano cammina per strada, e con la mia bella copia di After Effects (originale, perché è un "se avessi i soldi", questo) lo farei schiacciare dalla zampa di un T-Rex, o rapire dagli alieni, o schiacciare dalla zampa da un T-Rex alieno. Farei uscire parole dalla bocca di Cesca come una mitraglia, con uno Zega crivellato di colpi che non cade mai per terra. Abbatterei i muri di casa di Andrea per poi farlo volare fuori, lontano, e felice. Farei tutti cuoricini negli occhi di Po, con la faccetta manga e la goccia sulla fronte.

Ma i soldi non ce li ho, ma questo non mi tocca.
Anzi.
Per la prima volta dopo tanto tempo (è bello 'sto periodo pieno di prime volte dopo tanti tempi) ho una passione da inseguire, un qualcosa che può piacere a me, e poi magari chissà.
Ma non ci sono solo i video, eeeeeeeeh no!!
C'è la mia bella cartellina "Scritti Vari", che ogni tanti si riempie e qualcosa parte in direzione Frà. Chissà che quello che ogni tanto ci sussurriamo esca fuori urlando, prima o poi.
E poi ci sono le foto, che dopo ventitré giorni in simbiosi con una Po-Reflex, qualcosa uno l'impara.
(o, come dicono i cinesi nella Savana, "l'impala!!")
Qualcosa sul blog l'avete visto, ma un account Flickr a breve può esser più d'aiuto: più visibilità e meno problemi di © su FB.
'nzomma, la pentola è piena d'acqua e qualcosa, dentro, bolle.
(come dissi quando mi accorsi di avere la varicella)

-E come pensa di vivere? Intendo, dovrà in qualche modo guadagnare qualcosa.-

-Prima di tutto si presenti, e comunque non sono ammesse domande, ho una scaletta, qui, da seguire.-

-Sono la sua coscienza!!-

-Allora sia chiaro, io parlo con Coscienze con la C maiuscola, non con le coscienzuole rosse come voi.-

-Ma..-

-Prendiamo le generalità di questa persona, per favore? La allontaniamo?-

-Ma le sembra il modo, io ho un lavoro da fare, ho una dignità da difendere, come si permette.......-


Scusate, ma qui ormai dopo mignotte e ladri entra davvero di tutto.
L'altro giorno ero al bagno, ed arriva la mia moralità, mi guardava, tutta superiore. Per non parlare di quando mi sono incrociato con la mia igiene. S'è turata il naso, mentre passava.

E ricordatevi sempre di pulire la vostra stanza, ogni tanto. Può capitarvi roba tipo questa:

Mr. Senape che si bulla con la sua nuova Burger King Guitar.
O tipo questa:

Un'isola davvero, davvero strana.

E poi vi ritrovate a ritrovare -e spesso buttare- fogli, scontrini, foto, etichette di t-shirt, quei cosetti di fil di ferro che tengono fermi i cavi di qualcosa nelle confezioni, accendini che nemmeno la Bic ne ha così tanti, biglietti di aerei vecchi di anni, calzini spaiati, lettere che lette ora fan quasi ridere.
E poi ho ritrovato il mio "quaderno", quello in cui sputavo veleno a 16 anni. Quant'ero stupido.

-Perché ora?-

-Ancora qui? FUORI!!-

mercoledì 7 settembre 2011

Norway Road Trippin' - Parte Tre - Di Balene, Porti e Finte Interviste A Me Stesso

Vedete quel puntino al centro?
No?
Bene, quella è la coda della balena.

[Abbiamo visto una balena. Ho le prove.
Le foto son venute male, nel senso che era troppo lontana per farle una foto.
Ma l'abbiamo vista.
Quando l'operaio che ci ha fermato per far passare altra macchine ci ha detto di averla vista passare nell'insenatura che si vedeva dalla strada, e che stava andando nella nostra stessa direzione, non gli abbiamo creduto.
E invece c'era.
Ed è stata una cosa davvero emozionante.]

Tromsø, dove potresti annoiarti ma alla fine ti diverti.
Tromsø è un isoletta che si pronuncia con la "ou" finale, ma non è che diventa "Tromsou", la o e la u devono quasi unirsi ma rimanendo staccate, come un dittongo a metà, che ti fa lasciare la bocca aperta come un pesce lesso.
È un porto di mare, dove le navi mercantili rimangono ormeggiate giorni, dove la puzza di mare arriva ovunque appena il vento soffia verso la città, forse anche sulle collinette da dove tutte le case più colorate e graziose si affacciano come a voler controllare che sotto vada tutto bene. Il panorama di fronte la città è un misto di montagne con ghiacciai perenni, il ponte che collega terra a isola, qualche capannone industriale ed una chiesa inutilmente enorme e fintamente moderna: un incastro di triangoli bianchi uno dietro all'altro, con una gigantesca croce sul davanti, quasi a voler sostenere tutto l'edificio. Cristiani, valli a capire.
Insomma, sembra un paesino americano da film in cui tutti si conoscono, con falegnami che guidano pick-up e ragazzi che si ribellano agli stereotipi della società con due piercing e mezza testa rasata e mezza viola, ma con gli abitanti di una città di medie-grandi dimensioni, dove la vita si svolge intorno al centro commerciale, un piccolo giardino ed i troppi pub.
Uno si potrebbe tranquillamente annoiare, cullato dal mare e la birra.
Solo che ieri era il primo giorno di un evento lungo undici giorni, in cui gli studenti di Tromsø e dintorni si riuniscono per ubriacarsi e ballare -considerando comunque che la prima delle due attività è molto in voga sempre- e quindi la situazione era molto, ma molto più fattibile. Oltre al fatto che le cose, in questo caso birre o cocktails,  costano l'ira di Buddha (come dappertutto in Scandinavia, con un'inflazione che fa più su e giù ogni giorno di quanto il sangue sale e scende nella testa di Sgarbi), i ragazzi sanno divertirsi: discoteca gratis, d(onna)j con batterista live e due tizie assurde in maschera a ballare sul palco, negri folli che sembrano Steve di "Otto sotto un tetto" che ti ballano intorno, e poi lui, Cristopher, il salvatore di cinque disperati perché.. vabbé ne parliamo a voce, del perché. Diciamo solo che il rapporto qualità prezzo è andato più che bene, ed in più ci ha illuminato con un discorso sul perché in Norvegia tutto costa molto: perché c'è la crisi. "Ma va?", direte voi? Lo so, ma sentirlo da un Tromsiano ubriaco ed amichevole è stato come se fosse la prima volta.
Reminder: se passate da Tromsø, indossate un cappello ed incontrate una certa Kaisa (credo si scriva così), una tipina capelli corti sul rosso ed occhi azzurri, tutta pepe ed alcol, smilza ed agile come una gazzella.. statele lontani. Tenterà di rubarvelo per indossarlo, per poi scappare a gambe levate se tentate di riprenderlo. Il tutto causato dal fatto che ci siam lasciati convincere a fare un "massaggio a catena", che consiste nello stare seduti per terra uno dietro l'altro e massaggiare le spalle di quello davanti, mentre a te le massaggia quello dietro. Ovviamente, a me è capitato Checco dietro ed il Vin Diesel norvegese davanti, che si è anche girato ed in italiano mi ha gridato "Va bene!!", riferendosi al massaggio.
La cosa mi ha preoccupato non poco.
Però è grazie a Kaisa se abbiamo capito cos'era questa specie di folla di ragazzi che venivano a frotte con gli autobus, e come si pronuncia Tromsø rimanendo con la faccia da pesce lesso.

"Come  procede la ricostruzione?", chiede il giornalista immaginario che siede di fronte a me sul camper, posando il registratore sul tavolo dopo avere premuto REC.
"Devo dire bene, poca fa sono giunto ad una piccola conclusione: forse mi piace vivere vivere nel passato, immaginare situazioni future con esperienze però già vissute, perché così mi sento più sicuro. Guardarmi indietro, magari pensare ad errori fatti tanto, troppo tempo fa, e a come poterli correggere ora, è folle.
Folle.
Ma sicuro.
Solo che si tratta di una falsa sicurezza: come si fa volersi creare un futuro, se si pensa al passato? È come voler fare retromarcia per andare avanti.
Quindi ho già qualcosa su cui lavorare.
Si possono buttare le fondamenta. Piano piano, senza fretta.
Per costruire case buone e che durino nel tempo, ce ne vuole."

(adoro come "For What It's Worth" di Buffalo Springfield sia divisa perfettamente in due, specialmente se ascoltata con le cuffie. Lui che ti canta a sinistra, e la base ed il coro a destra. Bello.)

[e quello stralcio di nuvola attaccato alla montagna, rimasto indietro per osservarci, o forse perché voleva solo stare un po' da solo]

lunedì 5 settembre 2011

GeoSatira (ovvero, tardi pomeriggi noiosi in attesa degli alieni)

L'unico modo che mi porta a riflettere.


Tranne un paio di casi, all'inizio della battuta è semplicemente citata una città italiana.
Diciamo che è cittàta.

Enjoy.

Se scoppiasse un incendio nei pressi di Sulmona, diverrebbe affumicata?

"Guarda Milano!!"
"Se ti levi le mutande, lo vedo meglio."

Sono stato a Pergine, una volta. È piena di Pampiri.

In nord Europa la gente ha chilometri di piste ciclabili anche per fare footing. Qui, nello specifico a Bologna, una ragazza è il quarto giro del palazzo che le vedo fare. Storia d'Italia: gli altri vanno avanti, noi giriamo intorno.

Rotella, città che se mancasse 'sto paese impazzirebbe.

Pornassio, dove zi si riunissie noi di Bològna a veder i film sossi.

Onore, dove tutti si fanno rispettare e ti concedono di visitarla.

Borgotaro, sede di tutti i cofòni.

Bossico, nuovo aggettivo per padani velenosi.

Stra, una città esagerata.

Storo, una città con due spalle così.

Anzi, un posto che, guarda, ti dirò.

Maschito, piena di piccolissimi uomini fastidiosi.

Isola di San Pietro, la prima posta nel mare da nostro signore.

Malalbergo, dove il turismo fatica a crescere.

Malgrate, una città piena di scortesia da parte delle donne.

Scordia, paese in cui nascono i famosi Semidella.

Ferla, la città fiena di saggezza.

venerdì 2 settembre 2011

MUAHAHHAHAHHAHA!!!!!!

.....godo.

Se fanno "Fluorescent Adoloscent", mi bagno tutto.

(ricordatevi di stasera, ricordatevi della punizione..)

giovedì 1 settembre 2011

Domani.. spegnete 'sto cazzo di computer ed accendete la radio!!

Chi conosce Andrea sa che persona è: bella, simpatica, spigliata e con un gran cervello.
Chi non lo conosceva, ora non può più dire di non conoscerlo.
Cioè, Andrea è tante altre cose, ma quelle quattro fanno la base. Ha un solo difetto: è tante altre cose.

Una delle tante cose che è Andrea? Dj.
Come tutti i dj, ha un suo "aka": Conrad Van Orton.
Di quelli bravi, che anche se a me non piace troppo quello che fa, alla fine devo dire di si chiedendogli di farmi sentire altro. Considerando che io ascolto rock e lui fa techno (o giù di lì), il divario aumenta. Ma quel divario ce piace. Ma nonostante questo, Andrea ti spiazza facendoti sentire Adele dopo mezzo live di Chris Liebing, alterna Sinatra con Aphex Twin, film di Scorsese con quelli di Todd Philips.
Insomma, variegato come un gelato alla Nutella, misto come un fritto di pesce, vario come il mondo bello.
Bravo, insomma, con le sue visualizzazioni a quattro cifre sul tubo, le richieste di live ed un progetto futuro fatto di supporti non così digitali.

Andrea Zanchetta, aka Conrad Van Orton, aka "ascoltatelo-Venerdì-sennò-sò-cazzi"

Tutto questo (ma molto altro!!) Andrea ce lo farà sentire domani su Radio Città Aperta (88.9 FM), dalle 23, con un suo dj set di due ore.
Quindi, dalle 23 precise girate le manopoline, premete i pulsantini, ottantotto-punto-nove.. e passa la paura.

Occhio, che se non lo fate, il dio delle basse frequenze vi punirà facendovi ascoltare Modà, Antonacci, Dari, Gianni Celeste feat. Bob Sinclair, Lost, Lady Gaga remixata da Devid Guetta e Adele.
Adele la mia vicina di casa: 4 anni e stonata come il campanaccio di una mucca.
Morta.

Me raccomanno.

Norway Road Trippin' - Parte Due - La Schizofrenia


Di seguito, un chiaro esempio di schizofrenia da viaggio.
A voi.

Scrivere stando letteralmente tra i piedi della gente.

Prima settimana appena scoccata, direzione Rovaniemi.
Siamo appena ripartiti dal paradiso messo in terra -Svedese-. Appena arrivati abbiam pensato ad un'altra baraccopoli sul genere di quelle appena viste in zona Stoccolma e poco dopo: prato aperto, colonnine e poche roulotte/camper. Ma appena parlato con la ragazza alla reception, ed aver capito quindi che era davvero attrezzato per tutto, anche per darti un bellissimo ambiente. Un lago mozzafiato di fronte, pace, bagni e docce su tutti visto che puzzavamo come se avessimo passato gli ultimi due giorni nella Gora dell'eterno fetore.
Il tutto condito da un'ottima cena, una finta pescata al buio che proprio buio non è, con il sole che comunque più di tanto non scompare ed una luna piena da brividi alle spalle.
E siamo arrivati in quest'oasi dopo un giorno di viaggio da Stoccolma, in cui abbiamo passato due stanchi ma comunque pieni giorni di camminate, passeggiate, ponti e cuori sciolti negli occhi di quel dono chiamato femmina del nord europa.
Bela Stoccolma, movimentata nonostante lo scandire del tempo Scandinavo, fatto negozi chiusi presto e cene altrettanto pomeridiane. Belle le chiese, con i campanile che sembrano volersi sfidare tra loro per il più alto ed ornato, con le punte verdi rame e segnavento in ottone così chiaro da sembrare oro. Di sera poi ti trovi immerso in questi mille riflessi di sole sul mare, le finestre, le mille barche ormeggiate, quel dono chiamato femmina del nord europa -no non c'entra nulla, ma è difficile togliersele dalla testa-.
Insomma, un posto da vedere, come i mille che sfioro appena da questo finestrino che si affaccia su decine di laghi enormi, con sulla riva case bianche, rosse, blu tutte in legno e con la loro punta ordinata, rigorosamente bianca, sui tappetini elastici in praticamente ogni giardino, sulle poche poche macchine e sulle tante bici, su posti che definire "da cartolina" sarebbe riduttivo, quasi blasfemo. Che fa quasi paura a pensare di abitarci, passare dall'essere sempre e perennemente raggiungibili, in un mondo caotico e cattivo, ad uno in cui l'isolamento è all'ordine del giorno, ma in cui si respira, si vive, si pensa con calma, senza cellulari che squillano o notifiche che si sommano.
E si viaggia con il buon Cash in sottofondo, che con le sue parole spesso cupe un po' contrasta con la tranquillità di quello che scorre dietro il mio finestrino.
E pensare che oggi è 12 Agosto, che ci sarebbe stato qualcosa da festeggiare, e che per la prima volta dopo anni sono lontano al freddo invece che a morirmi di caldo, non m'intristisce.
Anzi, che possa essere un nuovo inizio.

Dopo Capo Nord.
Questi posti ti aprono l'anima. Tu non sei nulla, noi non siamo nulla. Tutte le cose che facciamo tutti i giorni, che ci invorticano in una routine che non ci piace, lo sappiamo che non ci piace, ne siamo consapevoli. E non è solo l'aria di vacanza che respiro da un mese e poco più, non è l'atmosfera di nullafacenza che mi circonda che mi fa pensare questo. Sarà invece il libro di Fabio Volo che rileggo per la terza volta e che tutte le volte sembra inquadrare il momento che sto vivendo mentre scorro le pagine, e la cosa un po' mi spaventa perché non capisco se sono cambiato o rimasto identico, in questi anni. Ma gli input arrivano, e come il protagonista del libro voglio dare una scossa alla mia vita, voglio ricostruirmi, e questi posti senza nulla ti danno l'idea che da costruire ci sia, e molto. Basta ritocchi, basta stuccare piccoli fori, c'è bisogno di buttar giù, rimboccarsi le maniche e SUDARE.
Io sono sbagliato. Cioè, nel mio modo di essere sono giusto, ma il problema è che mi mi basto, mi indosso e mi vado bene così. Come quando provi un paio di scarpe che ti piacciono un sacco, senti che ti stanno proprio giuste e che forse un mezzo numero in più sarebbe meglio, ma tu le prendi lo stesso perché quel mezzo numero non c'è e sai che piaceranno a tutti. Ecco, io sto con queste scarpe da ventisei anni, piacciono a tutti, ma a me stanno giuste. E non voglio scarpe giuste, le voglio con quel mezzo numero in più che magari non piaceranno agli altri, ma andranno bene a me. Vivo nel passato, cosa buona se hai ottant'anni e due figli che non ti parlano più. Può essere buono anche a ventisei anni, se però da questo passato qualcosa impari, se correggi il tiro che prima era andato fuori bersaglio, se quando ti si presenta un'occasione che prima hai perso ora, nel presente, la riesci concretizzare. Io tutte queste cose non le so fare, non sono ancora capace. Posso fare mille e mille volte ancora gli stessi errori, ma intanto il tempo passa. Vorrei scrivere un libro, vorrei saper fare sempre belle foto, vorrei essere più costante nelle cose che mi piacciono, ma non riuscendoci in queste, immaginate in quelle che mi fan cagare.
Ma bisognerà prendere coscienza di se stessi prima o poi, arriverà il momento di prendere un decisa decisione, un bivio in cui ci sarà decidere se, e cosa, fare.
Ma quando?