venerdì 30 settembre 2011

Lettera


Oggi ho ricevuto una mail da una persona che suegue il mio blog, che non conosco, e che mi ha colpito molto.
Mi trova un po' spiazzato, perchè non so che fare, quindi ogni consiglio è ben accetto. Sono riuscito a rispondere a questa persona, che mi ha dato piena libertà di pubblicare quanto segue, copia e incolla:

"ciao jacopo. trovo il coraggio di scriverti solo ora, non so cosa mi bloccasse prima ma ora non m'interessa, lascio scrivere le mie mani così, come se fossero loro a muovere me. non so cosa mi spinge a scrivere proprio a te, potre rivolgermi a qualcuno che forse può davvero aitarmi. ma ho imparato che il cuore spesso vince sulla ragione, per cui eccomi qui. mi piace come scrivi, mi piace un sacco, e riuscire anche solo ad avvicinarmi alla tua tecnica, al tuo ritmo beh, mi è semplicemente impensabile. sono spaventato, spaventato a morte, perchè ci provo, ci provo fin da quando ho letto il tuo primo post, e parlo di quello che apristi nel periodo in cui vivevi a lecce, quando scrivevi di canzoni e inventavi interviste, di come il tuo ipod scegliesse per te quasi a leggerti il pensiero, o il cuore. ti seguo da tanto, e spesso ho provato anch'io a lasciarmi andare, a liberare le mani come sto provando a fare ora. ma c'è qualcosa che mi ferma, che mi impedisce di dare quel ritmo, quel tempo e quella struttura che solo tu riesci ad imprimere. forse so cos'è, ma non voglio esserne sicuro. ti invidio, ti invito tanto, perchè vedo che sei completo, nello scrivere, hai tutto quello che ti serve, tocchi i tasti giusti. quelli che io non riesco, non voglio, non posso premere. non posso, mi dispiace. ci provo, ma non posso nemmeno sfiorare gli stessi tast che tu tocchi. voglio lasciarti con una poesia, pochi versi che, forse, ti faranno capire cosa si prova, ad essere me.    sulla via del crepuscolo, mentre vado verso dio, vorrei avere lo shift ed il blocca maiuscolo, ma soprattutto il tasto invio."

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