venerdì 28 ottobre 2011

Riflessioni Mattutine Su Rotaie

Sindrome dell'arintuzzacce

Dicesi sindrome dell'arintuzzacce tutta quella serie di episodi volontari e casuali, ma comunque di varia natura, che portano al reiterarsi di situazioni che terminano sempre, in modo negativo, sullo stesso argomento. Il tutto può essere identificato sia durante una conversazione (ed in questo caso l'argomento sarà riconosciuto in un episodio passato), che essere di natura fisica (il continuo colpire, per errore, una parte già lesionata).
Esempi:
- "Eddai che c'arintuzzi co' 'sta storia de Carlo Giuliani."
Riferito ad una situazione in cui il soggetto che formula la frase (da questo momento soggetto A) non si trova d'accordo con il suo interlocutore (soggetto B), il quale ha asserito che sparare ad altezza d'uomo durante dei disordini di piazza è lecito se è in pericolo la propria incolumità;
- "Più me ce scotto, co' 'sta donna, e più c'arintuzzo."
In questo caso il soggetto A lamenta il fatto che, evidentemente, dopo una delusione sentimentale non riferibile a sue colpe continua imperterrito a provare a ristabilire un contatto con la suddetta donna/ragazza, arrivando ogni volta a risultati sempre peggiori;
-"Niente oh, più ce sto attento più c'arintuzzo, su 'sto dito."
Senza dubbio, il soggetto A continua a ricevere colpi sul dito che si è fratturato l'anno precedente, per vedere se una cassetta delle poste in ghisa si sarebbe spostata sotto la minaccia di un pugno. E no, non si è spostata.
Quest'ultimo esempio è facilmente riconducibile al secondo, nel caso in cui, per l'ennesima volta, avete arintuzzato con la vostra partner arrivando infine alla frattura (fisica e relazionale).

Uno che c'arintuzza 'na cifra.


L'arintuzzo: se lo conosci lo eviti.
O almeno ci provi.

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